Conti e autonomie regionaliballano 11 miliardi di euroMa nel governo è scontro

Lombardia e Veneto vogliono più fondi l'Emilia Romagna chiede più poteri

Un tesoretto da undici miliardi di euro. È questa la cifra in ballo intorno al dibattito sulle autonomie regionali. Oltre a una serie di poteri, che i ministeri non hanno intenzione di cedere, la richiesta di maggiore indipendenza da parte di Emilia Romagna, Lombardia e Veneto implica anche il trasferimento di una parte dei 21 miliardi totalizzati dall’insieme delle competenze potenzialmente trasferibili alle regioni.

Non si tratta di soldi in più da mettere nel conto della finanza pubblica, ma di fondi statali da regionalizzare. Nonostante le dichiarazioni dei governatori Attilio Fontana (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto), che parlano di “risultato importante”, lo scontro tra i due alleati di governo rimane.

Tra i settori maggiormente interessati dall’accordo spicca quello dell’istruzione. Secondo i dati della Ragioneria dello Stato elaborati dal Sole 24 Ore, in Veneto e Lombardia i costi si aggirano sugli 8,4 miliardi. In rapporto alla popolazione, la scuola nelle due regioni è quella che costa meno in Italia: lo Stato spende per l’istruzione 463 euro per ogni lombardo e 483 euro per ogni veneto, mentre la media nazionale è di 537. Per garantire anche a Lombardia e Veneto i 537 euro a testa, servirebbe esattamente un miliardo in più.

Più facile l’accordo con l’Emilia Romagna, le cui richieste sono meno ambiziose e puntano maggiormente su competenze legislative e programmazione, piuttosto che sull’aumento di strutture e personale.

Massimiliano Cassano

Napoletano trapiantato a Roma per inseguire il sogno di diventare giornalista. Laureato in Mediazione linguistica e culturale, ossessionato dall’ordine. Appassionato di politica, arte, Lego, calcio e Simpson. Arbitro di calcio da giovanissimo per vocazione.