Momenti di tensione al corteo antifascista contro CasaPound a Torino, 22 febbraio 2018. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Corteo antifascista a Torinoferiti sei poliziottidue manifestanti fermati

Cinque indagati per i fatti di Perugia Sabato due cortei a Roma e Palermo

“Andiamo a stanare i fascisti di CasaPound”. Questo lo slogan con cui nella serata di ieri in 500 tra militanti dei centri sociali, No Tav, anarchici e studenti hanno cercato di bloccare la manifestazione del partito di estrema destra a Torino. Dal corteo degli antagonisti sono partiti petardi, bombe carta con schegge di metallo, sassi e bottiglie contro la polizia. Gli agenti hanno risposto con gli idranti. L’obiettivo degli antifascisti era raggiungere l’albergo in cui avrebbe parlato il leader di CasaPound Simone Di Stefano, candidato premier alle prossime elezioni. Due manifestanti sono stati fermati, sei i poliziotti rimasti feriti negli scontri. Uno di loro, in particolare, è stato colpito a una gamba da una scheggia di oltre quattro centimetri.

Le intenzioni degli antagonisti sono apparse chiare sin da subito: “Da Torino a Palermo scateniamo l’inferno. Non è solo uno slogan ma una promessa. Quello che è stato fatto a Palermo all’esponente di Forza Nuova è una concreta azione di antifascismo ed è legittima perché attaccare i fascisti è una difesa popolare”. Una promessa mantenuta. I primi tafferugli, infatti, si sono registrati già intorno alle 20, tra corso Bolzano e corso Vinzaglio.

Momenti di tensione al corteo antifascista contro CasaPound a Torino, 22 febbraio 2018. ANSA

“Sono solo quattro ragazzi imbecilli”, minimizza Di Stefano. Per il leader della Lega Matteo Salvini “a Torino questi ragazzi fanno quello che fanno perché quando tornano a casa nessuno gli fa nulla: se vai dalla mamma e dal papà e gli fai pagare i danni, vedrai che la prossima volta restano a casa a studiare”. Dagli studi tv di Quinta Colonna, Luigi Di Maio commenta: “Quando si vedono queste cose, destra e sinistra si accusano a vicenda, ma chi le fa è un deficiente e basta”.

Gli scontri di ieri a Torino sono solo gli ultimi in ordine di tempo. Martedì a Palermo il segretario di Forza Nuova Massimo Ursino è stato pestato a sangue in mezzo alla strada. Sempre martedì, ma a Perugia, un sostenitore di Potere al Popolo è stato accoltellato mentre affiggeva manifesti: tre militanti di CasaPound e due di Potere al Popolo sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Un clima di violenza, alimentato dal riemergere di tensioni ideologiche estremiste, che preoccupa il Viminale in vista delle due manifestazioni di sabato. Da una parte, a Roma, il corteo “Mai più fascismi, mai più razzismi” promosso dall’Anpi e a cui parteciperanno sindacati e partiti come Pd e LeU. Dall’altra, a Palermo, la manifestazione di Forza Nuova. Al 4 marzo, per fortuna, manca ancora poco.

Antonio Scali

Nato in provincia di Reggio Calabria 25 anni fa, ha conseguito una Laurea Triennale alla Lumsa in Lettere Moderne e una Magistrale alla Sapienza in Filologia. Da sempre affascinato dal giornalismo, ha maturato diverse collaborazioni con siti internet, radio e tv occupandosi principalmente di sport.