A researcher at work in the laboratory of Clinical Microbiology, Virology and Emergency Diagnostics of the Luigi Sacco hospital in Milan, Italy, 24 February 2020. Italian authorities announced on the day that there are over 200 confirmed cases of COVID-19 disease in the country, with at least five deaths. Precautionary measures and ordinances to tackle the spreading of the deadly virus included the closure of schools, gyms, museums and cinemas in the affected areas in northern Italy. ANDREA FASANI/ANSA

Covid-19, caccia al farmacoAifa comincia i primi testEma valuta anche 35 vaccini

Veneto prova un antivirale giapponese Latina, 38enne migliora con anti-artrite

Favipiravir, Redemsevir, Tocilizumab. Ad oggi sono questi i nomi dei farmaci utilizzati in Italia per provare a curare i malati di coronavirus. Non tutti, ma quasi, antivirali: ovvero sostanze che, una volta nel nostro organismo, cercano di interrompere il processo con cui il virus danneggia i tessuti.

È stato il governatore del Veneto, Luca Zaia, ad annunciare ieri l’avvio della sperimentazione di uno di questi, il Favipiravir, negli ospedali della sua regione. Una decisione poi confermata da Domenico Mantoan, presidente dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco: “Abbiamo due farmaci giapponesi già autorizzati, ora la commissione partirà con la definizione del nuovo trial clinico”. Il farmaco, utilizzato soprattutto in Giappone, ha più volte dato ottimi risultati.

Ma vi sarebbero controindicazioni legate a stati depressimi e conseguenze rilevanti per le donne incinte: non a caso sarebbe stato tolto dal mercato nipponico, in attesa di ulteriori sperimentazioni. Non a caso, un paio di ore dopo le dichiarazioni di Mantoan, l’Aifa ha emesso un comunicato con una parziale retromarcia: “Ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco, che non è autorizzato né in Europa, né negli Stati Uniti. Mancano dati sulla reale efficacia”, scrive l’Agenzia. “Abbiamo già reclutato 330 malati per i test sui farmaci, ma ci vorrà un mese per dei risultati sicuri”, ha aggiunto il direttore dell’Aifa Nicola Magrini.

Al momento quindi nessuna certezza. Bisognerà attendere le prossime settimane, quando arriverà anche la valutazione dell’Agenzia europea del farmaco, l’Ema, su 20 farmaci e 35 vaccini.

La ricerca di una cura prosegue negli ospedali di tutta Italia. Al Sud si sta utilizzando il Tocilizumab, un farmaco anti-artrite. Per la prima volta è stato utilizzato a Napoli, e al momento è stato efficace nel 70 per cento dei casi. Tra questi c’è anche Fausto Russo, il 38enne di Latina, le cui condizioni sono sensibilmente migliorate dopo la somministrazione.

In Liguria invece si vuole utilizzare il Redemsevir per curare i contagiati. Ma manca l’autorizzazione: con il Dl Cura, il governo ha deciso di rendere necessario un via libera di Aifa e Istituto Spallanzani per l’utilizzo degli antivirali.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso