Un momento della manifestazione dei lavoratori di ''Almaviva'' sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, a Roma, 19 dicembre 2016. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Almaviva senza via d’uscita
un tavolo con il governo
per salvare i call-center

L'azienda perde due milioni al mese
A rischio oltre 2.500 posti di lavoro

Centinaia di lavoratori hanno seguito sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico il tavolo di confronto tra governo, azienda e sindacati per evitare la chiusura delle sedi di Roma e Napoli del gruppo di call center Almaviva Contact. Il tempo stringe e la procedura di mobilità scade il 21 dicembre, data dopo la quale potrebbero cominciare a partire le prime lettere di licenziamento per i 2511 dipendenti.

Prima dell’incontro al Mise l’azienda aveva diramato una nota nella quale affermava che non può esser proposto alcun ricorso agli ammortizzatori sociali senza un piano di risanamento economico sostenibile. «E’ un principio di legge contenuto nella disciplina che regola il settore, non una posizione aziendale». La situazione resta molto complessa, dal momento che l’azienda accusa una perdita di due milioni al mese. La presidente della Camera Laura Boldrini si è detta molto preoccupata dalla situazione di Almaviva. «E’ lo specchio della globalizzazione e della degenerazione della delocalizzazione. Bisogna trovare soluzioni perché da troppo tempo va avanti la precarietà dei lavoratori e delle lavoratrici dei call-center».

Quella di ieri è stata una giornata molto intensa, con le trattative che sono andate avanti a oltranza. Ma alla fine il lodo proposto dal ministro Carlo Calenda è stato accantonato, perché non negoziabile e a scatola chiusa. Sia l’azienda che i sindacati hanno apprezzato la disponibilità del governo a redigerlo, ma i punti fermi non cambiano. Almaviva ha chiarito che valuterà i contenuti del lodo sempre in base all’esigenza di garantire una continuità aziendale. Anche i sindacati hanno dato la loro disponibilità, tenendo comunque fermo il no al taglio del costo del lavoro. «Prima di esprimere un parere volevamo consultare i lavoratori sui contenuti», ha spiegato Giorgio Serao, segretario nazionale della Fistel Cisl.

L’ultimo incontro plenario tra azienda e sindacati si è concluso intorno alla mezzanotte di ieri senza risultati apprezzabili e con le posizioni delle parti ancora molto distanti. Il tavolo si aggiornerà oggi al Mise.

Davide Di Bello

E’ nato a Roma il 17/07/1991, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in scienze della comunicazione all’Università “Roma Tre”. Ama il giornalismo, il cinema e la fotografia; lo animano il piacere della scoperta e la voglia di rendersi utile. Dal 2016 è entrato a far parte della redazione di Lumsanews.it