Da Castel Gandolfo il saluto di un pellegrino
I fedeli: «Benedetto uno di noi»

Nella piccola piazzetta di Castel Gandolfo, una folla di almeno 8mila fedeli attendeva il suo arrivo. Chi in preghiera, chi in atteggiamento sommesso, ognuno serbava in cuore un pensiero particolare di colui che, a partire dalle 20 di ieri sera, è ormai “soltanto” Papa emerito.Mentre una leggera brezza soffiava tra i vicoli del piccolo borgo medievale, pian piano che passavano i minuti, delicati raggi di sole accarezzavano le increspature del grande lago che sorge ai piedi della famosa residenza estiva dei Papi, proprio alle porte di Roma. Un’atmosfera unica e di certo irrepetibile quella che si respirava tra la gente che, in profondo religioso rispetto, sapeva di stare vivendola Storia. Giovanie meno giovani gridavano il suo nome: “Benedetto uno di noi!”. Tante storie, tanti volti, tutti differenti, ma uniti nello spirito della fede nella Chiesa e in quello di un uomo, prima che Papa, il cui gesto di rinuncia verrà ricordato per sempre.
Quando, mentre in piazza si recitava ancora il rosario, da lontano le pale di un elicottero hanno infranto quel momento di raccoglimento. E allora tutti, alzando gli occhi in su, hanno capito che il momento era arrivato. Tante mani iniziano ad agitarsi in segno di saluto, anche quelle di una bambina che, in braccio alla sua mamma, manda piccoli gesti di affetto verso quella finestra aperta.
“Mamma, è lui!”, grida la bambina, destando l’attenzione di tutti gli astanti attorno. Ed ecco che, dopo qualche minuto, compare: prima delle mani tremolanti, poi i lembi di una bianca tunica, infine Papa Ratzinger si affaccia dal balcone. Le braccia aperte in gesto di affetto: “Grazie per la vostra amicizia e il vostro affetto”. E in piazza molti non riescono a trattenere le lacrime.
“Come sapete, tra poco, io non sarò più Pontefice, sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora con il mio cuore lavorare per il bene comune della chiesa e della comunità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra amicizia. Grazie vi porto con tutto il cuore la mia benedizione”. E così, con la stessa mestizia con la quale aveva fatto capolino da quella piccola finestra, Benedetto si volta congedandosi per l’ultima volta dalla folla e dalla cronaca.
I giornalisti da ogni parte del mondo chiudevano le loro dirette. Sui volti di tutti si leggeva un profondo senso di malinconia misto a tristezza. Pian piano un fiume di gente sfocia nelle vie laterali. E il sole sparisce pian piano tra i Colli Albani. Le guardie svizzere terminano il loro ultimo picchetto d’onore e il grande portone d’ingresso si chiude con un tonfo. Il Papa della rinuncia si sottrae agli occhi del mondo.

di Marina Bonifacio