Ddl anticorruzione: stop ai regali a dipendenti pubblici e ineleggibilità per i condannati

Riparte oggi in aula alla Camera l’esame del disegno di legge anticorruzione dopo la battaglia andata in scena ieri a Montecitorio. Molte le modifiche apportate al provvedimento: dopo lo stop ai regali ai dipendenti pubblici “oltre un modico valore”, è passato anche l’emendamento che chiude le porte del parlamento a chiunque abbia subito una condanna definitiva per reati contro la pubblica amministrazione o superiore a due anni per qualsiasi reato doloso. Norma già prevista per le elezioni regionali, comunali e provinciali.
Oggi toccherà ai controversi capitoli sul ricorso all’arbitrato nella pubblica amministrazione e sull’incompatibilità degli incarichi dirigenziali. Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la fumata nera dal comitato dei 18 – ovvero i nove delle Commissioni riunite Giustizia e Affari Costituzionali -, che dopo ripetute sospensioni, non è riuscito a sciogliere i dubbi di Lega e Pdl sulla norma che rende off-limitsla PAa chi ha ricoperto incarichi politici negli ultimi tre anni. «Ma perchè uno che è stato sindaco non puo’ poi fare il dirigente pubblico se ne ha le competenze? – ha commentato ieri il capogruppo Lega in Commissione Affari, Pierguido Vanalli -. Allora facciamo prima a dire che tutti i politici sono ladri e corrotti».
Oggi il comitato tornerà a riunirsi nel tentativo di sciogliere i molti nodi che hanno nuovamente bloccato l’iter del provvedimento, il famoso ddl Alfano-Calderoli in attesa di approvazione ormai da maggio 2010. Probabile il ritiro da parte del Pd dell’emendamento sul divieto di arbitrati nelle controversie che riguardano la pubblica amministrazione. Un’eventualità che ha fatto infuriare l’Idv, pronta in caso di stop, a far suo l’emendamento. La discussione riprenderà poi la settimana prossima, probabilmente già martedì, quando l’aula dovrà affrontare la spinosa questione delle pene previste per i reati di corruzione. L’accordo – nonostante la mediazione dell’Udc – non è arrivato e lo scontro si annuncia durissimo visto che il Pdl è intenzionato a ripresentare il cosiddetto emendamento “salva Ruby” che rende il reato di concussione contestabile solo «in caso di passaggio di denaro o altra utilità patrimoniale», come ha sottolineato il suo relatore, Francesco Paolo Sisto (Pdl). La norma svuoterebbe il processo in corso a Milano dal reato di concussione (il funzionario di polizia Ostuni non ha ricevuto soldi o “utili”).
eri intanto è arrivato anche l’ok a larga maggioranza (500 i voti favorevoli e due contrari) agli articoli 1 e 3 del provvedimento che istituiscono l’Autorità nazionale anticorruzione e impongono la trasparenza per gli incarichi dirigenziali pubblici affidati a esterni (cioè senza concorso) attraverso la comunicazione al dipartimento della funzione pubblica di tutti i dati utili (compresi curricula e titoli).
Carlo Di Foggia