HomeCronaca Debito e usura: dalla diocesi di Roma sostegno per oltre 6,6 milioni di euro

Roma, debito e usura
dalla diocesi sostegno
per oltre 6,6 mln di euro

Il vicegerente monsignore Reina

"Peggior crisi dal dopoguerra"

di Beatrice Subissi09 Febbraio 2024
09 Febbraio 2024
diocesi, debito, usura

ROMA – Ottocentododici richieste provenienti nel 75,5% dalla città di Roma, 1.800 posizioni debitorie e 1096 adulti, tra cui 304 minori, a rischio di esclusione sociale derivante dal sovraindebitamento. È quanto emerge dal primo rapporto della Diocesi di Roma.

Venerdì, 9 febbraio, al Vicariato di Roma presentata la prima edizione del lavoro della Fondazione Salus Populi Romani Ripartire si può. Il volume, ricco di infografiche e tabelle, documenta le numerose iniziative promosse dall’organismo della diocesi della Capitale per sostenere le famiglie sovraindebitate e a rischio usura nel quadriennio 2020-2023 a Roma e nel Lazio. Nel Rapporto, che si struttura nelle tre parole chiave “ascolto, compassione e servizio”, oltre allo scenario economico-sociale romano, sono riportati i dati sulle attività della Fondazione.

Il sostegno finanziario della Fondazione Salus Populi

Nel periodo considerato – dal 2020 al 2023 –  la Fondazione Salus Populi Romani, per le 812 segnalazioni, ha effettuato 446 interventi di sostegno finanziario, per un complessivo valore economico di oltre 6,6 milioni. Il 55% delle richieste, quindi, ha trovato un aiuto finanziario. I rimanenti casi, invece, risultano comunque tutti presi in carico. 

Ripartire si può

Durante l’incontro nella sala Ugo Poletti del Vicariato di Roma – in piazza San Giovanni in Laterano, 6 – la Fondazione ha illustrato il lavoro dedicato a tutti coloro che si trovano a un passo dalla sovraesposizione debitoria e che temono che sia troppo tardi per rimettersi in piedi, ma, soprattutto, a chi ha scoperto il valore di una comunità. “Con questo primo rapporto – spiega mons. Baldassarre Reina, vicegerente della Diocesi di Roma – la Fondazione presenta l’attività di un quadriennio caratterizzato dalla pandemia e dalla peggiore crisi economica del dopoguerra”.

Vicende personali dolorose e “passi più lunghi della gamba”. Si può riuscire a ristrutturare i propri debiti se si sceglie la strada della massima chiarezza e trasparenza sulle proprie condizioni economiche. È questo quello che gli operatori della Fondazione chiedono subito alle persone incontrate, assicurando loro la massima riservatezza e la piena disponibilità a calarsi nei panni di chi si viene a trovare sull’orlo di un fallimento economico personale che non di rado si può trasformare in una grave crisi familiare e sociale. 

 

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