HomeCronaca 8 Marzo, donne e lavoro. 10 milioni con un impiego, ma trionfa il gender pay gap

8 Marzo, donne e lavoro
10 milioni con un impiego
ma trionfa il gender pay gap

In busta paga 7.922 euro in meno

Poche studentesse ai corsi Stem

di Samuele Avantaggiato08 Marzo 2024
08 Marzo 2024
divario di genere

ROMA – Sono 10 milioni le donne italiane che lavorano, ma per oltre 6 su 10 il divario di genere è ancora elevato. Secondo gli ultimi dati dell’Istat, le disoccupate sono 900 mila e ben otto milioni le inattive, quelle che il lavoro non lo cercano. Allo stesso modo, anche la differenza con la media europea è significativa. In confronto a Germania e Francia, dove il tasso di occupazione femminile è rispettivamente al 70% e al 68% secondo dati Openpolis –, l’Italia si attesta al tredicesimo posto in Europa per uguaglianza di genere. Un risultato al di sotto di Francia e Spagna, ma superiore a quello della Grecia. Rimane poi anche un ampio divario tra il Nord e il Sud del Paese.

L’amplificazione del gender pay gap

Va peggio se si osserva il giudizio sulla parità di retribuzione rispetto agli uomini: per 7 donne su 10, infatti, non c’è. Secondo quanto dichiara l’Osservatorio Inps, nel 2022 il “gender pay gap” risulta infatti essere di 7.922 euro. La retribuzione media annua per gli uomini è di 26.227 euro contro i 18.305 euro delle donne. Allo stesso modo, le stesse sono soggette ad assunzioni in posizioni lavorative non-standard. Molto spesso con contratti a termine, part-time o lavoro in nero.

Gli stereotipi della vita femminile

A questi si aggiungono gli stereotipi, a cui le donne devono far fronte sin da piccole, che amplificano il divario di genere. Già dalla scuola elementare, le bambine si imbattono in visioni culturali ormai pienamente superabili. Si tratta di cliché patriarcali, attribuibili agli anni Cinquanta, sostenuti soprattutto dal fatto che sui libri di testo della primaria ci siano ancora raffigurazioni di mamme in cucina e di papà a lavoro. L’autonomia economica delle donne è poi ostacolata dal cosiddetto “peso del lavoro di cura”. Si tratta del tempo medio di assistenza ai figli e dell’impiego domestico che si attesta attorno alle 5 ore giornaliere. Proprio per questo motivo, è importante sottolineare che le famiglie senza il reddito delle donne rischiano di cadere più facilmente sotto la linea di povertà.

Poche ragazze iscritte a corsi Stem

Un altro aspetto del gender gap, secondo quanto evidenzia un’analisi di Deloitte, è che sono ancora troppo poche le ragazze che al termine delle superiori si iscrivono a percorsi di laurea Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica). Infatti, le studentesse italiane che hanno scelto un corso di laurea di questo tipo risultano essere soltanto il 14,5% di quelle che frequentano l’università. Un dato molto al di sotto della media europea che si attesta al 26%. 

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