Dj Fabo e la sua compagnia Valeria in un frame del videomessaggio al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

DJ Fabo è morto l'annuncio di Cappatoin Svizzera per l'eutanasia

Accompagnato dalla compagna Valeria ad annunciarlo sui social, Marco Cappato

Dj Fabo se n’è andato per sempre. A dare l’annuncio su Facebook, nella tarda mattinata di oggi, 27 febbraio 2017, Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni: “Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo“. Cappato era nel paese elvetico con Fabo per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio di liberazione da quella che lui stesso aveva definito “una notte senza fine”.

Fabiano Antoniani, più noto come DJ Fabo, nella giornata di ieri era arrivato in Svizzera, per ricorrere all’eutanasia. Il 39enne, in seguito ad un incidente automobilistico, dal 13 giugno 2014 era costretto in un letto, cieco e tetraplegico.

Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato. Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille“. È il messaggio che lo stesso Dj Fabo, giunto in Svizzera, aveva lanciato in un video su Twitter. Cappato è il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che da anni combatte per la libertà della ricerca scientifica e per la legalizzazione dell’eutanasia; per l’aiuto prestato a Fabo, Cappato rischia fino a 12 anni di carcere.

Fabo era un broker, assicuratore, ma soprattutto DJ e viaggiatore. Ha vissuto in India per 5 anni, dopo aver conosciuto Valeria che ora come allora è rimasta al suo fianco, compagna anche in questa avventura che ha permesso a Fabo di liberarsi di una prigione senza sbarre e senza musica: “Suonare per gli altri mi faceva felice, mi permetteva di sognare e di dare un tocco magico alla mia vita. – sono le parole di Fabo, lette da Valeria in un audio messaggio al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – Non ho perso subito la speranza, in questi anni hanno provato a curarmi, purtroppo senza risultati”. Da allora, Fabo si sentiva in gabbia, eppure non si sente depresso, “ma non vedo più e non mi muovo più: da più di due anni sono immerso in una notte senza fine. Vorrei poter scegliere di morire, senza soffrire”.

L’appello di Fabo al Presidente Mattarella si era concluso con la richiesta di una legge sull’eutanasia, proposta dall’Associazione Luca Coscioni, e bloccata in Parlamento da più di tre anni. Ed il suo appello arriva a quasi 10 anni da quello di Piergiorgio Welby: il 20 dicembre del 2006 Welby, affetto da SLA, la Sclerosi Laterale Amiotrofica, fu accontentato nel suo desiderio di morire, fu sedato e gli fu staccato il respiratore artificiale che lo teneva in vita.

Eluana Englaro invece, anche lei dopo un incidente stradale, rimase in stato vegetativo per 17 anni prima che le venisse interrotta l’alimentazione artificiale, ritenuta dalla stessa famiglia Englaro un caso di “accanimento terapeutico”; dopo 3 giorni, il 9 febbraio 2009, Eluana morì di disidratazione in una clinica di Udine. Nel 2011 invece fu l’ex PCI Lucio Magri a recarsi in Svizzera per richiedere ad un amico medico di aiutarlo per il “suicidio assistito”, morendo spontaneamente a 79 anni.

Lorenzo Capezzuoli Ranchi

Nato a Roma durante i mondiali di Italia ’90, è iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Lazio, albo pubblicisti. Dopo una esperienza a New York, dove studia Broadcast Journalism alla New York Film Academy, torna nella Capitale per il Master in giornalismo della Lumsa. Estroverso, spigliato e gran chiacchierone, guarda al prossimo biennio col sorriso.