Edicole aperte nel week-end. Sciopero rinviato dopo l’incontro tra sindacato e prefetto di Roma

Giornali regolarmente in vendita nelle edicole il prossimo week end. Il diritto di informazione in formato cartaceo sarà quindi garantito dal 24 al 26 febbraio.
La protesta. Per quelle date, in concomitanza delle elezioni politiche, gli edicolanti avevano annunciato la serrata attraverso le proprie categorie di rappresentanza, Snag Confcommercio, Sinagi (Flc Cgil) e Usiagi Ugl. A inizio febbraio era stato annunciato uno sciopero di tre giorni per «richiamare l’attenzione sullo stato di profonda crisi della categoria” e «contro il silenzio del governo e della Fieg».
I sindacati chiedono da tempo una riforma del sistema dell’editoria, promessa da diversi governi passati, ma non ancora avvenuta. Una riforma che possa apportare cambiamenti, nello specifico, sul rinnovo dell’accordo nazionale riguardo la vendita dei giornali quotidiani e periodici. Sarebbero più di trenta mila i posti di lavoro che rischiano di sparire – rivelano i sindacati -. Non solo, a rimetterci sarebbe anche il diritto al pluralismo dell’informazione, garantito dalla nostra Costituzione.
La revoca. «Il Sinagi, sindacato degli edicolanti affiliato a Slc Cgil, rinvia ad altra data la protesta». E’ stato questo l’annuncio di Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil. «La decisione – ha precisato Cestaro – è maturata dopo l’incontro col Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro che, in una nota, ha riconosciuto il ruolo di servizio pubblico svolto dalla categoria nel garantire il pieno rispetto dell’art. 21 della nostra Costituzione». Gli edicolanti, comunque, sono pronti a fare valere le proprie istanze con la serrata, se con il nuovo governo non verrà definito un confronto per rivedere le regole dell’informazione (dalla carta stampata ai media digitali).
Curiosità. Qualche giorno fa la Commisione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, aveva dichiarato su twitter la propria impossibilità di intervenire sullo sciopero proclamato dagli edicolanti, perché «la legge non prevede tale attività tra i servizi pubblici essenziali».

Gianluca Natoli