Editoria, Finegil e Unità sciopero. Nessun pagamento e contratti incerti

Tira una brutta aria in casa De Benedetti. I giornalisti del gruppo Finegil, riconducibile all’Ingegnere e al suo gruppo editoriale, sono sul piede di guerra. Motivi? I classici che affliggono il mondo del giornalismo da quando la crisi si è allargata a macchia d’olio colpendo anche i settori dell’editoria. «Chiediamo una moratoria sul ridimensionamento degli organici, la difesa dei contratti a termine e l’apertura di un confronto in sede Fieg-Fnsi per ripristinare corretti rapporti sindacali» scrivono sul comunicato reso pubblico riguardo i motivi dello sciopero.

La solidarietà. Altri colleghi si sono dichiarati solidali. Come quelli del National Geographic, che sul loro sito hanno pubblicato una dichiarazione di appoggio ai lavoratori del gruppo l’Espresso. «La redazione di National Geographic Italia aderisce allo sciopero dei giornalisti del Gruppo editoriale l’Espresso proclamato per la giornata di sabato 27 ottobre» hanno scritto sull’Homepage del giornale. Assostampa-Fvg del Veneto sul tema ha dichiarato che i cronisti sono stati «costretti a scioperare da un’Azienda che sembra capace di ragionare e agire soltanto in termini di tagli agli organici giornalistici, privi di logica e di strategie di sviluppo». E non vanno per il sottile quando accusano De Benedetti: «Siamo in presenza di una proprietà e di una dirigenza che predicano bene e razzolano male».

All’Unità mancano gli stipendi. Anche all’Unità c’è mare grosso. I collaboratori sono sul piede di guerra. Il motivo è da ricercarsi nel mancato pagamento degli assegni da agosto. L’ultimo salario dato dalla società Nie, quella che gestisce economicamente il giornale fondato da Antonio Gramsci, risale proprio a quel periodo, poi più nulla. A fianco dei giornalisti dell’Unità si schiera la Federazione nazionale della stampa italiana, che d’intesa con le Associazioni regionali della Lombardia, dell’Emilia-Romagna, della Toscana e del Lazio, ha espresso la sua solidarietà.