HomeCronaca Emergenza Covid-19, a Roma un’azienda di abbigliamento che produce mascherine

Covid-19, a Roma un'azienda
di abbigliamento si converte
ora produrrà mascherine

La sindaca Raggi visita lo stabilimento

"Idea solidale che tutela anche lavoro"

di Federica Pozzi27 Marzo 2020
27 Marzo 2020

Dalla produzione di abbigliamento da donna a quella delle mascherine. È la svolta che ha visto protagonista l’azienda romana Dresscode in questo momento di emergenza sanitaria.

È stata proprio la sindaca di Roma, Virginia Raggi, a dare notizia della riconversione produttiva, dopo aver visitato lo stabilimento per ringraziare personalmente il titolare e i dipendenti. La sindaca ha pubblicato su Facebook il video dell’incontro durante il quale i dipendenti hanno spiegato le caratteristiche delle mascherine e fanno vedere come si svolge la produzione.

Sul grande tavolo un addetto realizza il modellino su carta, che poi viene passato al collega per il taglio e il successivo montaggio. Le mascherine sono prodotte con materiali italiani, sono composte esternamente da tessuto misto, con elastico ferma orecchie, e internamente con un materiale chiamato Tnt. “Sono utilizzabili da lavoratori e cittadini, come prevedono le disposizioni del Governo” ha spiegato il titolare dell’azienda.

“Per ora riusciamo a produrre 7-800 pezzi al giorno ma contiamo di aumentare il ritmo. L’abbinamento di materiali diversi garantisce una maggiore resistenza e capacità di tenuta di quanto avrebbe consentito il solo Tnt. Queste mascherine consentono di parlarci dentro anche per 13 ore” ha aggiunto.

Per Virginia Raggi si tratta di “un’iniziativa grazie alla quale questa fabbrica è riuscita a non chiudere i battenti, preservando i posti di lavoro e soprattutto è riuscita a rispondere a una delle esigenze maggiormente sentite in questo periodo: la carenza di dispositivi di protezione. Questo è un problema molto sentito anche a Roma. Infatti ci siamo subito attivati su più fronti per reperirne il maggior numero possibile”.

Ma la svolta solidale non riguarda solo la Dresscode. Dal Nord al Sud Italia sono infatti migliaia i lavoratori delle aziende che hanno deciso di cambiare produzione per dare una mano nell’emergenza Coronavirus, compresi i detenuti delle sartorie di alcuni penitenziari.

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