HomePolitica Escalation Russia-Ucraina. L’Italia si prepara, allertati mille soldati

Escalation Russia-Ucraina
L'Italia si prepara
Allertati mille soldati

Di Maio domani in visita a Kiev

La Cei: "Scongiurare uso della violenza"

di Roberta Chiarello14 Febbraio 2022
14 Febbraio 2022

Un migliaio di soldati per rafforzare il confine Sud-Est dell’Europa. Anche l’Italia si prepara a fronteggiare l’escalation tra Russia e Ucraina, e per farlo preallerta informalmente un battaglione dell’Esercito italiano. Roma ribadisce quindi la vicinanza all’Alleanza nord-atlantica e la disponibilità ad appoggiare eventuali piani di intervento, a patto che ci sia il via libera dei Paesi “ospitanti”. Ma solo nella riunione dei ministri della Difesa della Nato, prevista per mercoledì a Bruxelles, si prenderà una decisione ufficiale sulla partecipazione del nostro Paese alle azioni di deterrenza nei confronti di Mosca. Una nuova missione che prevederebbe un dispiegamento di uomini e mezzi in Ungheria, Bulgaria, Slovacchia e Romania.
Tra gli Alleati, l’Italia contribuisce in maniera rilevante allo sforzo militare della Nato. Già lo scorso maggio il Ministero della Difesa ha avviato in Estonia una missione di difesa aerea del Baltico, finora rigorosamente di controllo. In Lettonia il nostro esercito è presente dal 2016 con 238 militari e 135 mezzi terrestri, mentre l’Aeronautica italiana pattuglia i cieli di Lituania, Islanda, Romania, Slovenia, Montenegro.
Intanto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio potrebbe raggiungere Kiev già domani, per portare avanti la trattativa diplomatica in una fase delicatissima della crisi. Sabato mattina il ministro ha preso parte alla riunione tecnica all’Unità di Crisi che ha deciso di consigliare agli italiani in Ucraina di lasciare il paese. L’ambasciata, per il momento, rimane aperta “come segnale politico e per continuare a seguire una crisi che sarà ancora lunga e difficile”, rassicurano al Ministero degli Esteri.
Sulla linea della cautela anche la Conferenza Episcopale Italiana, che fa appello alla “responsabilità di tutti” nello “scongiurare il ricorso alle armi, ma anche evitare ogni discorso di odio, ogni riferimento alla violenza, ogni forma di nazionalismo che porti al conflitto”. Una crescente tensione che, come sottolineano i vescovi italiani, “aggiunge preoccupazioni alle tante che l’umanità sta già vivendo per la pandemia e per le altre ‘pandemie’ che attraversano il pianeta: povertà, malattie, mancanza di istruzione, conflitti locali e regionali”.

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