Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al termine dell'incontro al Mise tra azienda e sindacati, Roma, 15 novembre 2019. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Ex Ilva, ancora marginiPatuanelli: "Sì allo scudoma come norma generale"

Per l'M5s inaccettabili gli esuberi Boccia: "Mittal rispetti gli impegni"

Le condizioni per far rimanere ArcelorMittal in Italia ci sono ancora e il problema non è lo scudo fiscale in sé. Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, intervenuto a Carta Bianca, su Rai 3, ha lasciato una porta aperta sulla crisi dell’ex Ilva. Da settimane, infatti, va avanti un braccio di ferro fra il gruppo franco indiano – che vuole sciogliere il contratto relativo all’impianto di Taranto – e il Governo italiano.

L’altolà dei pentastellati è chiaro: “Chi deve fare il primo passo è ArcelorMittal. E non parli più di cinquemila esuberi”. Sullo scudo, invece, la questione è diversa: “Se dobbiamo fare uno scudo ad aziendam non siamo d’accordo. Piuttosto bisogna muoversi all’interno di un percorso per ripristinare la produttività dell’azienda, perché soltanto attraverso la produzione si riesce a rispettare il piano ambientale”. Insomma: sì a una norma generale, purché inserita in un percorso di recupero della produttività dell’ex Ilva.

“Non accettiamo il ricatto di chi ha detto che anche con lo scudo ci sarebbero cinquemila esuberi”, ha fatto eco il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, intervistato dal Corriere della Sera. Il Governo, ha precisato, sarebbe pronto a ripristinare lo scudo penale per i manager, a patto che sia collocato “in un quadro generale di misure che consentano all’ex Ilva di avere una prospettiva”.

Ovvero: il negoziato può riaprirsi se Arcelor-Mittal torna a rispettare i propri impegni. “Gli esuberi, la riduzione della produzione di acciaio a quattro milioni di tonnellate, lo spegnimento dei forni e il mancato pagamento dei fornitori sono state scelte gravi. Sulle quali non si può negoziare”, ha precisato.

“Ci aspettiamo che ci sia un tavolo di trattativa che coinvolga anche il sindacato perché bisogna fare applicare l’accordo che c’è già, lo diciamo con forza, non serve inventarsi nuove cose”, ha detto invece Maurizio Landini, leader della Cgil. Intanto, il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto sta lavorando a una proposta per rafforzare i presidi sanitari a Taranto: “L’attenzione sulla città è massima”.