TARANTO – Al grido “vergogna” i lavoratori diretti e dell’appalto insieme ai sindacati hanno occupato nella giornata di giovedì 20 novembre lo stabilimento siderurgico ex Ilva di Taranto, avviando presidi a oltranza e blocchi stradali che hanno portato a code di 8 km. La protesta, partita ieri da Genova con gli stabilimenti di Cornigliano e di Novi Ligure, si estende così ora anche alla città pugliese. Bersaglio delle accuse sono il governo e commissari, ai quali i lavoratori chiedono la revoca del piano presentato nei giorni scorsi e la riconvocazione immediata del tavolo a Palazzo Chigi.
Nuovo incontro con le parti
A seguito delle pressioni il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato per venerdì 28 novembre a Palazzo Piacentini un tavolo per aggiornare le parti sul futuro dei siti del Nord Italia, sulla manutenzione degli impianti e su quello dei lavoratori. Ma la mobilitazione dei lavoratori punta a ottenere anche garanzie certe anche su decarbonizzazione, livelli di produzione e occupazione. A supporto delle proteste, le sigle sindacali Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno proclamato uno sciopero di 24 ore, non escludendo che possa proseguire oltre, visto il livello acceso delle tensioni.
Presidi anche a Genova e blocchi stradali
Le proteste non si limitano però all’occupazione della fabbrica. Sfilando in un corteo gli operai hanno bloccato la statale Appia all’altezza del sito, provocando disagi alla circolazione e lunghe code. Intanto proseguono anche i presidi dell’ex Ilva di Genova Cornigliano, dopo la notte passata in strada fuori dallo stabilimento in tende allestite già da mercoledì sera. Altre 24 ore di sciopero sono state proclamate anche a Novi Ligure, in attesa dell’incontro con il prefetto previsto per oggi. Secondo gli ultimi aggiornamenti di Autostrade, attualmente sulla A10 Genova-Savona si registrano 8 chilometri di coda tra Genova Prà e il bivio con la A7 verso Genova. Segnalati altri 8 chilometri di coda tra Busalla e Genova Sampierdarena sulla A7 Serravalle-Genova. Situazione critica anche sulla A12, bloccata per 6 chilometri tra Genova Nervi e il bivio con l’A7 Milano-Genova.
Le reazioni di Fumarola e Bombardieri
“La situazione è sotto gli occhi di tutti”, ha detto la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, a margine di un convegno Cisl, che esprimere preoccupazione e dubbi a causa della mancanza di chiarezza. “Abbiamo bisogno di avere ben chiari i contorni dell’azione che si è messa in campo. Non possiamo assolutamente permetterci un’ulteriore cassa integrazione, non possiamo permetterci di chiudere gli stabilimenti”. Uno scenario che per la segreteria coincide con il collasso di un futuro per questa fabbrica. “Noi pensiamo che sia necessario tutelare il lavoro e nel tutelare il lavoro bisogna tutelare assolutamente la filiera dell’acciaio e la produzione dell’acciaio che al nostro paese serve”, ha concluso. Dura la reazione anche del segretario generale della Uil PierPaolo Bombardieri: “Il lavoro fatto dal ministro Urso sta portando l’Ilva alla chiusura. È più di un anno che ci racconta che c’è qualche investitore interessato, ma oggi non c’è nulla”, ha dichiarato a margine del consiglio confederale regionale della Uil Piemonte.


