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Preso un giovane romano accusato di aver violentato la tassista a Ponte Galeria. “E’ stato un raptus”

di Renato Paone11 Maggio 2015
11 Maggio 2015

C_4_foto_1332428_imageDopo aver ammesso agli inquirenti di essere stato lui ad aggredire, violentare e derubare, venerdì scorso, la tassista romana di 43 anni, è finito in carcere, a Regina Coeli, Simone Borgese, che dovrà rispondere di lesioni, rapina e violenza aggravata
Il giovane, 30enne, separato e con una figlia di sette anni, è stato incastrato dall’identikit diffuso sabato dalla polizia: italiano, 25-30 anni, magro, altezza medio bassa, capelli corti. Gli agenti della Squadra mobile di Luigi Silipo, guidati dal procuratore Maria Monteleone e dal sostituto Eugenio Albamonte, hanno vagliato una serie di segnalazioni, tra cui quella di un tassista che lo ha riconosciuto, avendolo trasportato una quindicina di giorni fa. Non potendo pagare la corsa, il ragazzo gli avrebbe lasciato un numero di cellulare, grazie al quale, domenica pomeriggio, gli investigatori sono riusciti a rintracciarlo e bloccarlo in zona Pineta Sacchetti. Poche ore dopo è stato riconosciuto in foto dalla vittima. Il trentenne, che lavorava come cameriere occasionale, avrebbe già alcune denunce a carico: furto, minacce e violazione di domicilio.
«E’ stato un raptus e l’ho aggredita», questa la confessione di Borgese dopo ore di interrogatorio. «Lei piangeva, le ho detto se fai questo non ti succederà niente – ha proseguito il ragazzo – Non volevo, non mi è mai successa una cosa del genere». Quella mattina il ragazzo aspettava l’autobus in via Aurelia. Aveva dormito da un amico lì vicino perché aveva fatto tardi al lavoro. Il bus non arrivava e così ha deciso di prendere il taxi. «Le ho detto di portarmi a Ponte Galeria – ha affermato Borgese -, ma durante il tragitto le ho fatto cambiare strada per arrivare in un viottolo sterrato, isolato, nei pressi di via Pescina Gagliarda. E lì fuori l’ho violentata». «Sicuramente provato, ma lucido» il responso degli inquirenti.
Intanto per la città, si possono trovare nastri rosa sulle antenne delle auto in segno di solidarietà alla donna, messi da molti tassisti su invito della Federtaxi, il loro sindacato. Loreno Bittarelli, presidente del 3570 (la più grande centrale taxi italiana) e dell’Unione radiotaxi, ha chiesto «più sicurezza: servono le telecamere sui taxi collegate alla nostra centrale». Le tassiste romane, invece, alla notizia del fermo di Borgese, si sono riunite davanti alla questura per «portare solidarietà alla collega vittima di violenza». «Abbiamo paura – hanno detto – Non è la prima volta che accadono episodi di aggressioni e violenze alle tassiste».

Renato Paone

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