Foggia, tornano le ruspenel ghetto dell'ex aeroportodove vivono mille migranti

L'operazione impegna 200 uomini Il gip: "Delitti contro dignità umana"

È cominciata questa mattina la seconda fase delle operazioni di smantellamento del ghetto di Borgo Mezzanone. Nell’accampamento abusivo, nel foggiano, vivono più di mille migranti. Circa duecento tra militari, poliziotti, carabinieri e finanzieri, sono impegnati nell’operazione interforze. Lo scopo è l’abbattimento delle baracche nell’agglomerato sorto accanto al Cara.

È la seconda fase di un’operazione iniziata lo scorso 20 febbraio, quando sono state demolite dalle ruspe dell’esercito una discoteca, un’officina e una casa a luci rosse, all’interno del ghetto. Questa mattina tre ruspe abbatteranno un’altra decina di baracche.

Nel decreto di abbattimento, il gip di Foggia evidenzia come nel ghetto si consumino delitti “anche lesivi della dignità umana”: “È stata riscontrata attività di prostituzione, presumibilmente con sfruttamento. E poi attività di caporalato: i caporali si recano lì per procacciare persone bisognose, pronte a lavorare diverse ore al giorno come braccianti agricoli per pochi euro”.

L’agglomerato abusivo è sorto lungo la pista di un ex aeroporto militare, dove attualmente vivono un migliaio di migranti. Un numero che raddoppia d’estate, quando la richiesta di manodopera per la raccolta del pomodoro richiama nella zona un gran numero di braccianti, quasi sempre migranti sfruttati e sottopagati.

Le indagini che hanno portato agli abbattimenti sono coordinate dalla Procura di Foggia e sono iniziate dopo i ripetuti incendi nel ghetto dello scorso inverno, in cui un migrante ha perso la vita e altri hanno rischiato di perdere la vita.

Quella di oggi è la seconda di una serie di operazioni di sgombero e demolizione, che porterà a un progressivo smantellamento del ghetto di Borgo Mezzanone. “Non tolleriamo illegalità e degrado: l’avevamo promesso e lo stiamo facendo a Foggia e nel resto d’Italia. Dalle parole ai fatti”, ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso