Franco Di Mare a Lumsanews: da inviato di guerra a La vita in diretta

FrancoDiMareFranco Di Mare, giornalista professionista napoletano conduttore de “La vita in diretta” racconta e si racconta agli aspiranti colleghi. in un incontro avvenuto nei giorni scorsi nella redazione di Lumsanews . Con un passato da inviato in Africa, in America Centrale, nei Balcani e in Medio-Oriente, da più di vent’anni ha raccontato le grandi storie internazionali, ha seguito le guerre del Golfo ed è stato inviato dalle Cayman realizzando documentari e speciali per la RAI.
Franco Di Mare parla di come è cambiato il modo di fare informazione con l’avvento delle nuove tecnologie e di come non basti solo un cellulare per essere un giornalista. Perchè la qualità di quel che si fa è importante e bisogna conoscere a fondo le basi del mestiere di reporter per permettersi di stravolgerlo con una telecamerina.
Da soli non si va da nessuna parte. La buona televisione è il frutto di un lavoro di squadra. La qualità delle immagini conta ed è giusto che sia così. Non si può girare immagini solo in soggettiva. Ce lo insegnano i grandi maestri del cinema. Il futuro deve andare in questa direzione altrimenti si fa la fine di Studio One che a New York si avvaleva di giovanissimi in scooter che riprendevano tutto e subito e lo mettevano in rete. Esperienza durata poco e poi fallita.
Non faccio solo l’autore TV. Autore di due libri, di cui l’ultimo autobiografico, Franco Di Mare crede che da quest’anno La vita in diretta abbia il dovere di informare il pubblico senza passare necessariamente per il gossip. “Non ci importa dell’Auditel” dice, “vogliamo abituare la gente a una tv di qualità, perchè informarmando si può educare. L’azienda ci autorizza a sperimentare e noi lo stiamo facendo. Abbiamo perso ascolti rispetto alla scorsa edizione ma questo è il prezzo da pagare per chi vuole anche parlare d’altro. Si può divulgare senza cadere nel trash. Ma per fare della buona tv sono necessarie tante risorse umane. A La vita in diretta il gossip ci sarà ma sarà uno dei tanti colori della cronaca”.

Lorenzo Caroselli