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HomeEsteri Gerusalemme paralizzata dagli ultraortodossi: “No alla leva obbligatoria”. A Gaza nuovi raid: tre morti

Usa offrono a Hamas
via d'uscita sicura
da aree controllate da Idf

Tajani: "Roma in prima linea per Gaza"

Washington respinge piano aiuti Israele

di Tommaso Di Caprio31 Ottobre 2025
31 Ottobre 2025
Gaza

Ebrei ultra-ortodossi protestano contro la leva obbligatoria, Gerusalemme 30 ottobre | Foto Ansa

GERUSALEMME –  Il presidente americano Donald Trump tende di nuovo la mano a Hamas. Dopo aver espresso pubblicamente il proprio appoggio a Israele per gli ultimi raid nella Striscia, l’inquilino della Casa Bianca ha proposto al gruppo islamista un passaggio sicuro dalle zone sotto la supervisione delle forze israeliane a quelle controllate dai miliziani. Come raccontato dal sito statunitense Axios, la proposta americana è stata consegnata a Hamas mercoledì dai mediatori dell’Egitto e del Qatar con l’obiettivo di stabilizzare il cessate il fuoco nell’enclave palestinese. 

Per preservare la tregua evitando nuove stragi di civili, gli Usa hanno respinto il nuovo piano di Israele sulla distribuzione degli aiuti umanitari che coinvolge la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf). Secondo il quotidiano Haaretz, Gerusalemme ha proposto un piano che prevede la creazione di 10-20 punti di distribuzione a ridosso della linea gialla, il confine temporaneo lungo il quale sono schierate le forze armate dello Stato ebraico. 

A sostenere il piano – racconta ancora il quotidiano israeliano – sarebbero gli stessi funzionari che avevano promosso le operazione della Ghf a Gaza, e che avevano provocato diverse uccisioni di civili palestinesi in fila per il cibo.

Identificati i corpi dei due ostaggi consegnati oggi da Hamas

Il cessate il fuoco resta legato anche alla restituzione dei corpi degli ostaggi israeliani bloccati nella Striscia. 

Le autorità israeliane hanno confermato l’identità degli ultimi due corpi restituiti da Hamas alla Croce Rossa. Si tratta di Amiram Cooper e Sahar Baruch. Il kibbutz Nir Oz – uno dei villaggi attaccati da Hamas il 7 ottobre –  ha comunicato che “Amiram Cooper, tra i fondatori del kibbutz Nir Oz, fu rapito e assassinato in prigionia a Gaza”, riporta il quotidiano israeliano Ynet

Confermata anche l’identità della 25enne Sahar Baruch. “Il governo condivide il profondo dolore delle famiglie Cooper e Baruch, e di tutte le famiglie degli ostaggi caduti”, si legge in una nota dell’Ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu. 

Gli ultra-ortodossi in piazza contro la leva obbligatoria

Sul fronte interno, invece, ad agitare il governo sono le proteste degli ebrei ultra-ortodossi che rifiutano la leva militare obbligatoria. Nella mattinata del 30 ottobre circa 200mila persone hanno partecipato alla manifestazione (la “Marcia di un milione di uomini”), paralizzando Gerusalemme con scontri tra dimostranti e passanti. Durante le proteste, ha perso la vita un ragazzo di 15 anni, precipitato da un grattacielo in costruzione su cui si era arrampicato per seguire la manifestazione.

Ebrei ultraortodossi in piedi sopra una stazione di servizio osservano la folla durante la protesta contro la leva obbligatoria a Gerusalemme, il 30 ottobre | Foto Ansa /Afp

Dopo la tragedia, gli organizzatori hanno annunciato la fine del raduno.  Nelle violenze di piazza sono rimasti coinvolti anche alcuni giornalisti, aggrediti con bastoni, cocci di bottiglia e sassi.

Wafa, nuovi attacchi israeliani a Gaza, 3 morti

Mentre sul campo si continua a morire. “Tre palestinesi sono stati uccisi nella notte a causa degli attacchi israeliani in diverse aree della Striscia di Gaza, nonostante il cessate il fuoco”, scrive Wafa citando fonti mediche.

Tajani: “Lunedì parte nuova missione italiana per ricostruire Gaza”

Sulla scia dell’accordo tra Israele e Hamas, diversi Paesi sono già a lavoro per la ricostruzione della Striscia. Tra questi c’è anche l’Italia, come sottolineato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha ribadito la presenza “in prima linea” di Roma a sostegno dei palestinesi. “Lunedì parte un’altra missione italiana per andare a Gerusalemme per studiare come poter essere parte protagonista di quel gruppo di lavoro che dovrà preoccuparsi della ricostruzione di Gaza, della pacificazione di Gaza e poi della nascita dello Stato palestinese”, ha spiegato il titolare della diplomazia italiana, per il quale restano ancora molte difficoltà nelle trattative tra Israele e Hamas. 

Nella Striscia di Gaza “è molto difficile rinforzare il cessate il fuoco, per fortuna dopo gli attacchi che ci sono stati di Hamas e i bombardamenti israeliani nei confronti di Hamas, adesso si è ricominciato a vivere una stagione di cessate il fuoco, speriamo che duri”, ha osservato. 

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