Genova, gambizzato manager dell’Ansaldo Group. Gli inquirenti non escludono nessuna pista

L’agguato – Sono molto complicate le indagini sull’attentato subito dal manager dell’Ansaldo Group Roberto Adinolfi. Il dirigente è stato gambizzato ieri mattina a Genova, probabilmente da due sicari che si muovevano in moto. Si trattava di un maxiscooter Yamaha X-Max, cilindrata 250, (stesso modello utilizzato dal killer nella scuola ebraica di Tolosa il mese scorso) adatta per muoversi con facilità nelle stradine di Marassi, il quartiere dell’agguato, a due passi dallo stadio De Ferraris. Stabili le condizioni della vittima, che ha passato la notte in ospedale.
L’Ansaldo Group –
Il movente dell’attentato, più che alla vita privata, dovrebbe essere legato proprio al lavoro del responsabile locale di Ansaldo nucleare. La società, legata a Finmeccanica, costruisce centrali termonucleari. Il numero uno di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, avrebbe deciso di portare via da Genova tutte le attività civili (e sono parecchie) della Holding, con conseguente perdita di posti di lavoro. Solo qualche settimana fa Orsi era finito sotto l’attenzione dei media: iscritto nel registro degli indagati da parte della procura di Napoli per una presunta tangente di 10 milioni versata al partito della Lega Nord. La procura ha dichiarato che si trattava di un atto dovuto e le accuse sono state categoricamente smentite dai dirigenti della Lega, e dallo stesso Orsi.
Attività estere –
Tantissimi i contratti della società anche all’estero, soprattutto in Romania e nei paesi dell’Est, che rischiano di essere rescissi. Lo scorso Luglio l’Ansaldo Energia aveva stipulato un accordo per la costruzione di una centrale nucleare  a ciclo combinato da 865 MW a Kocaeli-Gezbe, nei sobborghi industriali di Istanbul. L’impianto doveva essere equipaggiato con turbine AE94.3A, secondo standard di efficienza termica e minimo impatto ambientale, prodotte proprio negli stabilimenti dell’Ansaldo Energia di Genova. Non si esclude comunque neanche un riaccendersi di fenomeni eversivi di stampo brigatista. L’ultimo processo romano alle nuove Br si concluse con qualche assoluzione, ma con una condanna per i due imputati della colonna genovese.

Domenico Mussolino