Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni (S) con il primo ministro sloveno Miro Cerar, a Lubiana, presso Villa Podroznik, Slovenia, 07 settembre 2017. ANSA / Tiberio Barchielli - us Presidenza del Consiglio +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Gentiloni a Lubianaparla di migranti e Ue:"Confermata solidarietà"

Il premier: decisioni vanno rispettate ora rivedere accordo di Dublino

“La decisione della Corte Ue sui migranti è importante per l’affermazione di due principi: dal punto di vista del metodo, le decisioni vanno rispettate e nel merito il principio di solidarietà che era alla base della decisione presa sulla relocation, è stato confermato”. All’indomani della sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha dato ragione a Italia e Grecia sulla doverosità della redistribuzione dei flussi migratori e dell’accoglienza, Gentiloni è impegnato negli incontri con i primi ministri di Slovenia e Repubblica Ceca, nel cuore della rivolta dell’est.

A Lubiana, nella conferenza congiunta al termine dell’incontro con il corrispettivo sloveno Milos Cerar, il premier ha espresso la sua soddisfazione per la decisione arrivata dai giudici del Lussemburgo: “Penso che le decisioni della Corte Ue debbano impegnare tutti i Paesi membri dell’Ue e a questo un Paese come l’Italia guarderà nei prossimi mesi perché le decisioni vanno rispettate. I risultati sull’immigrazione si vedono, – ha proseguito il premier italiano – nel senso della riduzione degli sbarchi e dei flussi migratori, che è un risultato della nostra politica e del sostegno dell’Ue. Sono risultati mai definitivi, sempre da consolidare e il più possibile da europeizzare”.

Parole precise quelle che Gentiloni proverà a ribadire anche ora che volerà a Praga per il successivo incontro con il primo ministro ceco Bohuslav Sobotka. Discorso che comunque non sembra lasciar intravedere molte speranze con uno dei paesi del gruppo di Visegrad, che avevano presentato il ricorso contro i ricollocamenti e che stando alle parole del presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman, nel peggiore dei casi sarebbero anche disposti a rinunciare ai fondi europei pur di non accogliere i migranti. La tensione con i paesi dell’est dell’Unione è insomma alle stelle.

Il premier è passato poi ad una riflessione sugli accordi di Dublino, prossimo elemento di discussione e che l’Italia vuole portare ad un’importante revisione, dal momento che così come sono ora, rischiano di sovraccaricare in modo eccessivo i paesi di confine e di non offrire una protezione e un trattamento adeguati ai richiedenti asilo o rifugiati che ne hanno diritto. “C’è un gran lavoro da fare sulla revisione degli accordi di Dublino, che di certo non sono risolti da una decisione della Corte Ue. Nei colloqui con Francia, Spagna e Germania sono stati fatti passi avanti, noi proseguiremo questo lavoro”.

Intanto arrivano le critiche dal centrodestra con Elvira Savino, capogruppo di Forza Italia in Commissione politiche della Ue alla Camera, che accusa premier e governo di scarso peso nella comunità internazionale: “Il fatto che si sia dovuta attendere la sentenza della Corte Ue sui ricollocamenti obbligatori la dice lunga sulla scarsa capacità del governo di far valere in Europa gli interessi dell’Italia – dice la capogruppo di FdI – Chiediamo però ora al premier Gentiloni almeno di pretendere che tale decisione venga rispettata e che il programma di ricollocamenti dei migranti dall’Italia agli altri Paesi, che termina a settembre, venga prorogato finché non ci sarà una equa distribuzione fra tutti gli Stati membri”.

Davide Di Bello

E’ nato a Roma il 17/07/1991, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in scienze della comunicazione all’Università “Roma Tre”. Ama il giornalismo, il cinema e la fotografia; lo animano il piacere della scoperta e la voglia di rendersi utile. Dal 2016 è entrato a far parte della redazione di Lumsanews.it