(S-D) Il ministro della Salute Roberto Speranza, il premier Giuseppe Conte, il segretario del Pd Nicola Zingaretti e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in occasione della chiusura della campagna elettorale delle elezioni regionali, Narni, 25 ottobre 2019. ANSA/MATTEO CROCCHIONI

Giallorossi in fibrillazionePd diviso su ZingarettiIpotesi Conte capo M5s

Grillini governisti: "No al direttorio" Bonaccini insidia il segretario dem

“Giuseppe Conte nuovo capo politico del Movimento 5 stelle”. È questo il messaggio lanciato dalla cosiddetta area governista grillina, che chiede unità interna con l’ex premier al comando e un’apertura alla società civile. In pratica un modo per dire che l’opzione del direttorio a cinque non funziona.

In questi giorni il Fatto Quotidiano ha intervistato diversi esponenti del M5s, incalzandoli su quale sarà il futuro di questa forza politica. Oggi l’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo ha spiegato al giornale che “serve un ruolo tramite il quale Conte possa incidere ed esercitare una leadership nel Movimento 5 Stelle”, mentre con il direttorio “rischiamo di eleggere un organo di cinque membri l’uno diverso dall’altro e che impieghi dei mesi per entrare a regime, ma non c’è tutto questo tempo”.

Ieri Paola Taverna, vicepresidente del Senato, ha chiesto la rifondazione del Movimento. “Giuseppe Conte può essere una figura fondamentale – ha spiegato- Lui ha cambiato il nostro approccio alla politica, facendo una sintesi tra la nostra forza innovatrice e la sua capacità di stare al governo”. Rifondazione auspicata anche dall’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “Il futuro del M5s non può che essere intrecciato a quello di Conte”. Si aggiunge a loro il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che in un videomessaggio social di due giorni fa auspicava che il Movimento potesse “accogliere a braccia aperte il prima possibile” l’ex presidente del Consiglio. Tutte queste sponsorizzazioni avrebbero convinto Conte. Sempre secondo Il Fatto Quotidiano l’ex premier avrebbe rinunciato all’idea di un suo partito e starebbe seriamente pensando di scendere in capo tra i grillini. Manca, però, l’ok del Garante Beppe Grillo, che dovrebbe interrompere il processo di formazione del nuovo direttorio e forse aprire l’ennesima votazione imprevista su Rousseau. A quel punto andrebbe modificato ancora lo Statuto del Movimento.

Intanto sono ancora alte le pressioni della cosiddetta “destra del Pd”, che critica la gestione del partito da parte della segreteria Zingaretti. In molti chiedono, se non adesso vista la pandemia, almeno tra qualche mese, di ragionare sull’identità di questa formazione politica. Un congresso, forse, in cui il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini potrebbe insidiare l’attuale segretario. I vertici vicini a Zingaretti sono irritati e la convergenza Bonaccini-Salvini di ieri sulle riaperture a cena dei ristoranti non ha certo aiutato. Sulla questione, intanto, sono intervenuti i sindaci dem di Bergamo e Bari, Giorgio Gori e Antonio Decaro, che hanno chiesto di ripartire dal territorio. Altrimenti “il Pd fra un anno o due rischiamo di non trovarlo più”, dicono.

Antonio Contu

Nasco a Cagliari il 19/09/1996. Ho conseguito la maturità classica nella mia città e successivamente ho preso un volo di sola andata verso Roma per la laurea triennale. Curioso fin da bambino, le mie prime parole sono state "che cos'è?", sono da sempre appassionato al mondo giornalistico, soprattutto quello moderno. Amo scrivere e parlare di calcio. Da novembre 2020 frequento il Master in Giornalismo della Lumsa.