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HomeCronaca I giovani italiani guardano al futuro con paura per le conseguenze dell’epidemia

Un futuro ricco d'incognite
il Covid spaventa i giovani
i più pessimisti d'Europa

Lo rivela studio dell'Istituto Toniolo

uno su tre in Italia rinuncerà ai figli

di Marco Valentini23 Aprile 2020
23 Aprile 2020

Two men aboard a bus wear protective face masks in Rome, Italy,12 March 2020. Tough lockdown measures kicked in throughout Italy on 12 March after Prime Minister Giuseppe Conte announced late on 11 March that all non-essential shops should close as part of the efforts to contain the ongoing pandemic of the COVID-19 disease caused by the SARS-CoV-2 coronavirus. ANSA/ETTORE FERRARI

I giovani italiani sono sempre più spaventati di fronte a un futuro che vedono a tinte fosche. L’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus non ha fatto altro che accentuare quella che era già una tendenza degli ultimi anni. Secondo un’indagine Ipsos promossa dal Centro studi Toniolo e dal ministero per le Pari Opportunità, basata su una rilevazione a campione tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni residenti nei più grandi Paesi europei, gli italiani sono quelli che prefigurano maggiori ricadute negative sui piani che avevano per il futuro.

Rispetto a prima dell’emergenza causata dal Covid-19, oltre il 60 per cento dei nostri concittadini under 35 considera oggi più a rischio i propri progetti di vita, contro il 46 e il 42 per cento dei coetanei francesi e tedeschi. La visione negativa è notevolmente più accentuata nelle categorie sociali più vulnerabili: il 33% di chi lavora in proprio e ha meno continuità di reddito contro il 15 di chi invece ha un contratto a tempo indeterminato. Le donne sono ancora più pessimiste: il 68,2 per cento di loro prevede ricadute negative, di cui il 22,1 immagina che saranno molto pesanti. Tra gli uomini i valori sono rispettivamente al 56 e al 15%.

Per quanto riguarda i progetti per il futuro, rimandati o abbandonati a causa dell’epidemia, il dato più allarmante riguarda l’idea di concepire un figlio: rinunceranno a questa scelta il 36,5 per cento degli italiani contro, per esempio, il 14,2% dei tedeschi. Questo trend, se confermato, comporterà un ulteriore impatto negativo sulla natalità e accentuerà il declino demografico già in corso da diversi anni nel nostro Paese. Con questa frenata dei progetti di vita delle nuove generazioni, risulteranno inevitabilmente deboli le energie che l’Italia potrà mettere in campo per dare un impulso alla ripresa, compromettendo in partenza qualsiasi processo di crescita futuro.

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