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Il Pil italiano nel 2020a -8,9% rispetto al 2019Mai cosi male dal 1997

In profondo rosso il mercato auto Verso nuovo stop al Patto di Stabilità

L’Istat conferma il crollo del Pil italiano del 2020, anche se in proporzioni minori rispetto alle previsioni più fosche di qualche mese fa. L’effetto Covid, però, riporta l’economia del nostro Paese indietro di 23 anni, alle performance del 1997. Il risultato del 2020 è -8,9% rispetto all’anno precedente. La ricchezza prodotta nella Penisola scendi quindi a quota 1.572 miliardi.

A diminuire è anche il Pil ai prezzi di mercato, con un -7,8% rispetto all’anno precedente. Inoltre la pandemia ha fatto registrare un aumento del debito italiano di 2.569 miliardi, pari al 155,6% del prodotto interno lordo. La crescita esponenziale è dovuta al forte calo delle ricchezze e alle misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza.

Uno scenario, questo, che giustifica la decisione della Commissione europea di mantenere la sospensione del Patto di Stabilità, come sottolineato più volte da commissario dell’Unione europea all’Economia Paolo Gentiloni. Domani Bruxelles, secondo i dati riportati dalla Commissione deciderà se mantenere la sospensione del Trattato. L’orientamento è di proseguire con lo stop anche il prossimo anno, per favorire il ritorno alla normalità.

Tra gli effetti della pandemia si registra anche un aumento della pressione fiscale complessiva, passata dal 42,4% del 2019 al 43,1% del 2020. Questo dato si spiega con la minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,4%) rispetto a quella del Pil a prezzi correnti (-7,8%). Cioè le tasse sono pesate di più sui cittadini e le imprese italiane visto che non sono scese allo stesso modo della ricchezza annua.

A segnare poi l’annus horribilis dell’Italia il caso del mercato delle auto, che a febbraio 2021 registra 142mila immatricolazioni in meno del 2020 (-12,3%). Infine si conferma corretta la stima della Banca dei regolamenti internazionali, che ha previsto a livello globale una perdita di circa 1.000 miliardi di dollari sui crediti del triennio 2020-2022, pari al 2% del Pil mondiale.