HomeEconomia Imprese e università: “L’Unione europea cambi visione sull’intelligenza artificiale”

Imprese e università
"Ue cambi visione
sull'intelligenza artificiale"

Ricercatori e aziende chiedono regole

meno stringenti sull'utilizzo dei dati

di Samuele Avantaggiato19 Settembre 2024
19 Settembre 2024
imprese e università

BRUXELLES – Un cambiamento di rotta dell’Unione europea sull’Intelligenza artificiale. È questo l’appello di circa 50 imprese, ricercatori e università in una lettera in cui si chiedono “decisioni rapide, armonizzate, coerenti e chiare”. L’obiettivo è quello di rendere meno rigide le norme che regolano l’uso dei dati Ue per l’addestramento dell’IA a beneficio dei cittadini. Lo scopo è quello di non restare esclusi dai grandi benefici di una tecnologia aperta in grado di accelerare la crescita economica e la ricerca.

“Vogliamo vedere l’Europa prosperare e avere successo. Tuttavia, è diventata meno competitiva, meno innovativa e ora rischia di restare indietro a causa di decisioni normative poco coerenti”. Sono questi i primi passi del messaggio indirizzato ai legislatori e ai regolatori europei. I firmatari – tra cui Engineering, Ericsson, Nicolò Cesa-Bianchi (Università degli Studi di Milano), Eugenio Valdano, PhD (Sorbonne/Inserm), EssilorLuxottica, Prada, Pirelli, Exor Group, Meta e Spotify – fanno riferimento ai modelli “multimodali”, ovvero quelli che operano con testo, immagini e audio.

Negli ultimi anni le leggi europee – come evidenziano le imprese, i ricercatori e le università – sono diventate “frammentate e imprevedibili”. Per questo motivo, gli interventi delle autorità hanno creato grandi incertezze sui dati che possono essere utilizzati per addestrare i modelli di intelligenza artificiale. “L’Europa – sottolinea la lettera – si trova di fronte a una decisione che avrà conseguenze sul continente per decenni: può scegliere di riaffermare il principio di armonizzazione sancito nei quadri normativi oppure continuare a respingere il progresso”.

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