In viaggio verso la colonia penale. Le Pussy Riot lontano da Mosca

Colonia penale. Questa è la sorte toccata a due cantanti delle Pussy Riot, condannate a due anni di carcere per aver intonato lo scorso febbraio una “preghiera” anti-Putin in una cattedrale ortodossa di Mosca. Per Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, adesso in viaggio verso le colonie penali delle remote regioni di Perm e Mordovia, sarà molto più difficile mantenere i contatti, con fan e famiglie, viste le enormi distanze che intercorrono all’interno della Repubblica Federale Russa. Lo ha riferito stamattina il loro avvocato, Mark Feygin, precisando che le musiciste, partite già sabato scorso, sono ancora in viaggio. Per il momento, tuttavia, non si hanno conferme ufficiali sui trasferimenti delle due donne.
La notizia è circolata questa mattina proprio sulla pagina Twitter di Feigin. Secondo quanto reso noto dal collettivo artistico Voina, di cui fa parte anche il marito della Tolokonnikova, Pietr Verzilov, Maria sarebbe stata destinata a una colonia penale di Perm, in Siberia. Sempre su Twitter, le altre Pussy Riot in libertà hanno definito la colonia penale della Mordovia, verso cui è diretta la compagna Nadia, come “la più brutale tra tutte quelle possibili”. La veterana per i diritti umani, Lyudmila Alekseyeva, definisce la decisione una “misura deterrente” volta a intimidire il movimento d’opposizione. Dopo il processo di appello che il 10 ottobre ha concesso la libertà vigilata all’altra attivista femminista, Katia Samutsevich, la difesa ha chiesto la sospensione della pena per Maria e Nadia, almeno fino a quando i figli non avranno raggiunto i 14 anni. Inutile anche il tentativo, avanzato sempre dalla difesa, di far rimanere le due ragazze nel carcere di Mosca, dove hanno trascorso tutti i mesi seguenti l’arresto.
L’inno contro il “Presidente – Ditattore” (così com’è stato definito Putin dalla band femminista), intonato niente meno che nella Cattedrale del Cristo Salvatore, una tra i più importanti luoghi di culto ortodossi della capitale, è costata alle due ragazze una pena che molti, sia in Russia che in Occidente considerano decisamente esagerata.
In una colonia penale della Mordovia, nella parte orientale della Russia europea, era stata rinchiusa per otto anni anche la 29enne Zara Murtazaliyeva, che ha raccontato i lunghi anni trascorsi da detenuta come “un incubo”. La giovane donna cecena, in seguito a una controversa condanna per terrorismo, ha denunciato l’uso sistematico della violenza nelle carceri femminili russe.

di Marina Bonifacio