La Corte dei Conti lancia l’allerta sull’Inpgi: bilanci preoccupanti. Da risanare

camporese inpgi

“Si consolidano e si fanno più concreti gli elementi di preoccupazione che si collegano, non solo al più generale andamento demografico, ma anche alla crisi in atto nel settore editoriale” ad affermarlo è la Corte dei Conti nella relazione sulla gestione finanziaria dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti. In particolare è possibile constatare che i risultati economici della gestione principale segnano un avanzo economico di 17,020 milioni di euro per il 2014, in netta flessione rispetto al saldo del 2013, dove l’avanzo economico era stato pari a 41,151 milioni di euro. Entrambi i dati inoltre vanno letti calcolando che entrambi i risultati sono stati ‘spinti’ da plusvalenze generate da consistenti cessioni di immobili. Infatti senza il ricorso a queste operazioni di natura straordinaria i conti non tornerebbero. La Corte spiega infatti che “il saldo tra il gettito di tutti i contributi e tutte le prestazioni obbligatorie è negativo per oltre 111 milioni di euro, mentre la gestione previdenziale e assistenziale segna un passivo pari a 81,621 milioni”. Cresce inoltre la spesa per finanziare il sistema di ammortizzatori sociali a favore dei giornalisti, che nel 2014 fa segnare una perdita di 16,7 milioni di euro.
Per questa ragione l’Inpgi ha in mente un piano per riuscire a ristabilire ‘gli equilibri di bilancio’. Come? Per salvare la previdenza bisogna tagliare le pensioni, praticamente tutte ma con una forte progressività. Stando a una tabella diffusa dalla corrente sindacale ‘Punto e a capo’ l’effetto degli scaglioni più alti sui conti dell’Istituto sarebbe praticamente nullo e il taglio colpirebbe fasce di pensionati le cui pensioni sono state già decurtate.
Nel dibattito però andrebbe considerato anche un aspetto morale non trascurabile. A fronte infatti di tagli ‘necessari’ e ‘progressivi’, ma che allo stesso tempo contengono un aspetto di diritto violato, per far rientrare il bilancio appare quanto meno ‘non in linea’ con lo spirito solidaristico, come fa notare Franco Abruzzo su ‘Blitz Quotidiano’ il compenso del presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese (nella foto), che percepisce 314mila euro annui di emolumento, pari a circa cinque volte il valore medio delle pensioni che andrebbe a tagliare.

Mario Di Ciommo

Mario Di Ciommo

Nato a Venosa nel 1990 cresce a Lavello, in Basilicata. Dopo aver ottenuto il diploma presso il Liceo Classico V Orazio Flacco, frequenta a Roma l’università SSML Gregorio VII conseguendo, nel 2011, la laurea in mediazione linguistica. Redattore dal 2011 presso Nextmediaweb, nel 2013 ottiene il titolo di giornalista pubblicista. Amante dei viaggi, tra le sue passioni ci sono anche la geografia e lo sport.