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Judo, l’Ijf riammette la Russia: tornano inno e bandiera. È la prima Federazione a farlo

di Alessio Garzina27 Novembre 2025
27 Novembre 2025
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Il presidente russo Vladimir Putin impegnato in un match di Judo | Foto Ansa

ABU DHABI – La Federazione internazionale di judo rompe il fronte delle sanzioni sportive contro Mosca. A partire dal Grand Slam che si svolgerà dal 28 novembre nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, gli atleti russi potranno tornare a gareggiare con i propri simboli nazionali: una scelta che segna la fine del bando imposto dopo l’invasione dell’Ucraina e che fa del judo la prima disciplina a reintegrarli pienamente.

Il precedente del bando e la regola dei “neutrali”

Fino a oggi, la maggior parte delle federazioni aveva adottato un approccio diverso, consentendo la partecipazione solo agli atleti neutrali: niente bandiera, niente inno e ammissione subordinata a controlli rigorosi su eventuali legami diretti o indiretti con l’offensiva russa. Una linea condivisa anche dal Cio per i Giochi olimpici, pensata per mantenere una distanza netta tra sport e propaganda politica.

La svolta dell’Ijf e il ruolo (interrotto) di Putin

A sorpresa l’esecutivo della Federazione internazionale di judo ha votato per ripristinare pienamente lo status della delegazione russa. Una scelta dal peso simbolico non banale, considerando che il presidente russo Vladimir Putin – notoriamente appassionato della disciplina – ne era stato presidente onorario fino al 2022, quando il titolo gli fu revocato come risposta immediata all’aggressione militare in Ucraina.

Oggi il cambio di rotta è netto: l’Ijf ha deciso di permettere nuovamente a Mosca di presentarsi “con bandiera, inno e tutti i simboli nazionali”, riportando così la Russia nel circuito internazionale senza le limitazioni che restano invece in molti altri sport.

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