La Capitale contesa e divisa per i comizi finali. Grande attesa per la chiusura della campagna elettorale

«Quanto sei bella Roma quann’è sera». Non è solo un verso di una canzone di Venditti perché  nei prossimi ultimi due giorni di campagna elettorale Roma sarà “capoccia” più che mai. Sei piazze della Capitale, infatti, venerdì prossimo diventeranno la scenografia di sei comizi finali per le regionali. Prima di arrivare alla fatidica data del 22 febbraio, quella che “chiude i giochi”, come in una partita di Risiko i partiti si sono divisi le aree del centro storico tenendo conto anche delle note zone di influenza. I sostenitori di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni si concentreranno a Campo de’ Fiori, al Pantheon, invece, si incontreranno gli estremisti di Forza Nuova, a Santa Maria in Trastevere si riunirà il Centro Democratico, a Santi Apostoli ci sarà Fermare il declino di Oscar Giannino, e  piazza Pasquino si raccoglierà il Partito socialista.
Gli eventi del 20 febbraio. Un’anticipazione dei comizi finali ci sarà già domani, penultimo giorno di campagna elettorale. Sinistra ecologia e libertà sarà a Cola di Rienzo e Francesco Storace, prima andrà all’ospedale Sant’Andrea, e poi raggiungerà il Salone delle Tre Fontane all’Eur per la chiusura della campagna del Pdl con Angelino Alfano. Il partito di centrodestra ha cambiato in corner la cerimonia di chiusura. Inizialmente doveva essere venerdì a Piazza del Popolo, mentre si è deciso di anticipare il programma di chiusura di un giorno.
L’aspettativa di Grillo. Dopo numerose polemiche e accuse il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo si è aggiudicato per il 21 febbraio la storicamente rossa piazza San Giovanni sottraendola al Pd. Il comico genovese, che prevede di portare in piazza un milione di persone, ha già richiesto ai suoi sostenitori «Vi chiedo un ultimo sforzo perché abbiamo preso San Giovanni. Il “Sarà un piacere day” (così è stato battezzato l’atteso comizio di venerdì), lo faremo nella più grande, storica e significativa piazza di Roma. Ci siamo. Facciamo ancora – sottolinea Grillo –  un ultimo sforzo perché sarà una grandissima, storica e straordinaria manifestazione a Roma. Se lo ricorderanno per qualche decennio». Fino ad ora, visitando i forum, si contano pullman di grillini in arrivo nella Capitale da numerose città, come ad esempio, solo per citarne alcune, Bologna, Napoli e Salerno. Sono già stati prenotati un centinaio di mezzi, e il prezzo medio del raduno 5 stelle di chiusura campagna elettorale costerà  25 euro a persona. Sul pienone dei grillini i bookmakers hanno già aperto le scommesse, un milione di persone si gioca a 2,30, mentre tra i 400 i 600 mila sono quotati a 2,75, e, invece, meno di 400 mila seguaci di Grillo si scommette a 5,70.
La scelta outsider di Bersani. Il Pd, orfano di Piazza San Giovanni, ha scelto di chiudere la campagna elettorale, sullo stesso palco dove Bersani l’aveva aperta il 17 gennaio scorso, un luogo fuori dal comune per la politica: il teatro Ambra Jovinelli, storico palcoscenico, ironia della sorta, del teatro comico e di varietà. Il partito democratico tende a smentire, portando come giustificazione la necessità di seguire la linea che il Pd ha voluto tenere in questa campagna elettorale: «sobrietà, passione e verità». Parole d’ordine, quindi, no al grande palco, niente show, niente spese per la tradizionale festa di chiusura. Secondo il segretario Pd del Lazio, Enrico Gasbarra, «Roma ha bisogno di serietà, di verità, i cittadini non hanno bisogno di eventi autoreferenziali, né di spot. Dopo Berlusconi, Alemanno ela Polverini. E – aggiunge Gasbarra – con questa crisi è ancora più forte la necessità di essere tra le persone, nel cuore dei problemi. È fondamentale guardare negli occhi i romani».

di Alessandra Pepe