HomeCronaca “La giornata della preghiera interreligiosa ha una grande valenza storica”

"Pregare tra più religioni
per debellare il Covid-19
ha un grande valore storico"

Padre Enzo Fortunato parla a LumsaNews

"Sanificare le anime oltre gli ambienti"

di Tommaso Franchi14 Maggio 2020
14 Maggio 2020

Padre Enzo Fortunato, giornalista e direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, ha parlato a Lumsanews della giornata della preghiera interreligiosa per debellare il coronavirus. Non solo. Padre Fortunato ha parlato del valore simbolico della chiesa come luogo per pregare insieme e del cammino di Papa Francesco durante i primi mesi della pandemia.

Padre Fortunato, qual è la portata simbolica della giornata della preghiera interreligiosa per debellare il Coronavirus?

“Ha una grande valenza storica. Scuotere il cuore di Dio, riscuotere il cuore dell’uomo. La giornata odierna serve a dar senso e significato a questo momento che l’uomo contemporaneo che sta vivendo. La preghiera e il digiuno sono la base per un cammino comune, condiviso da tutta l’umanità”.

Potrebbe essere un modo per avvicinare le religioni anche in ottica futura, non solo per il coronavirus?

“Sì, certamente. In questo momento di pandemia unire le religioni in preghiera potrebbe portarci a un cammino comune, che possa illuminarci e orientarci. Il cammino di Dio deve essere condiviso da tutti gli uomini anche per i giorni che verranno, senza alcuna distinzione. In questo momento storico la religione deve unire i popoli, anche se con credi diversi”.

Come giudica la riapertura delle chiese ai fedeli?

“La riapertura delle chiese ai fedeli è stata una grande notizia. Voglio sottolineare un dato simbolico: le chiese come luogo fisico non sono mai state chiuse definitivamente. Sono state solo chiuse ai fedeli. Questo ha acceso la luce della speranza. Ora la parola più importante è «energia», insieme a «collaborazione». Bisogna sanificare non solo gli ambienti, ma anche le anime”.

Che ruolo ha avuto Papa Francesco in questo periodo storico?

“Il Papa è stato insieme ai vescovi una bussola, una stella polare. Ha orientato il cammino delle persone, senza lasciare indietro gli insegnamenti di Papa Benedetto XVI, che si rivolse anche agli atei e agli agnostici. In un periodo simile bisogna parlare di più non a chi crede, bensì a chi è in cerca di Dio”.

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