Le Canard Enchainé ne scova un’altra: treni francesi troppo larghi. Ed i costi lievitano

le-canard enchaineNoi italiani non siamo gli unici a combinare frittate al limite tra il comico ed il grottesco e, sulla scia di ‘mal comune mezzo gaudio’, va segnalata quella che più di una frittata somiglia più ad un’omelette. I nuovi treni regionali francesi infatti sono stati progettati in maniera errata e presentano un diametro nettamente superiore a quelli precedenti. Per questa ragione 1.300 banchine su 8.700 della rete nazionale saranno adeguate alle misure dei nuovi convogli. Spesa prevista: 50 milioni di euro. A rivelarlo è stato il settimanale parigino ‘Le Canard Enchainé’, che con le sue rivelazioni ha imbarazzato, e non poco, i responsabili della rete ferroviaria francese che hanno, in ogni caso, confermato la notizia. Dopo le ire dei politici transalpini, tra i quali spicca il sottosegretario ai Trasporti, Frederic Cuviller, che ha definito la vicenda “comicamente drammatica”, i vertici delle due società coinvolte (Sncf e Rff) hanno comunque comunicato che si faranno carico dei costi dei lavori.

Ma non è la prima volta che i francesi la fanno grossa nell’ambito dei trasporti. Come non menzionare l’Airbus gigante A380, talmente pesante ed ingombrante che per farlo circolare c’è stato bisogno di allargare e rinforzare le piste di alcuni aeroporti d’Oltralpe. O ancora lo ‘strano caso’ della portaerei Charles De Gaulle che dopo 12 anni di lavori si ritrovò con ponti per il decollo troppo corti per i nuovi aerei e furono necessari lunghi lavori per prolungarli, a costi enormi. Ma anche restando in città spicca la costruzione del tram ibrido di Nancy, rotaia e gomma, che non può circolare a più di 15 chilometri orari, altrimenti c’è il rischio di un deragliamento.

Ma non è neanche la prima volta, anzi potremmo dire che sia l’ennesima ormai, che ‘Le Canard Enchainé’ confeziona scoop in un panorama come quello francese, sempre molto attento alla fuoriuscita di notizie che possano mettere in discussione la proverbiale ‘grandeur’ transalpina.

Fondato il 10 settembre 1915 a Parigi da Maurice Maréchal, Jeanne Maréchal, e Henri-Paul Deyvaux-Gassier il settimanale satirico ha sempre mantenuto nel corso della sua quasi centenaria storia una linea molto precisa, sicuramente un po’ romantica, priva di pressioni e condizionamenti ed incentrata sulle notizie, quelle vere, da snocciolare con arguzia e ironia. Non a caso il giornale, che esce ogni mercoledì, non ha mai pubblicato pubblicità sui suoi numeri.

Tra i successi da segnalare ci sono sicuramente le scorribande finanziarie di numerosi uomini politici, i favori ad uomini di Stato, le irregolarità in procedimenti di ogni genere. Nel mirino tutti, senza quello spirito di riverenza che spesso caratterizza alcuni giornalisti. E quindi giù con inchieste su giganti dell’economia francese come Societè Generale e Carrefour, su personalità di spicco come Jean Tiberi e Jacques Lafleur ma anche su ex presidenti della Repubblica come Jacques Chirac e Nikolas Sarkozy.

Il tutto in una veste molto retrò, con articoli satirici e fumetti. Un vecchio modo di fare giornalismo, lontano dai grandi network e dalle logiche moderne che però funziona e continua a dare risultati, alla faccia di alcuni nuovi modi di fare informazione, tutti lustrini e paillettes, ma molto spesso privi di contenuti.

Mario Di Ciommo

Mario Di Ciommo

Nato a Venosa nel 1990 cresce a Lavello, in Basilicata. Dopo aver ottenuto il diploma presso il Liceo Classico V Orazio Flacco, frequenta a Roma l’università SSML Gregorio VII conseguendo, nel 2011, la laurea in mediazione linguistica. Redattore dal 2011 presso Nextmediaweb, nel 2013 ottiene il titolo di giornalista pubblicista. Amante dei viaggi, tra le sue passioni ci sono anche la geografia e lo sport.