Mirandola, le scosse continuano. E il latte sale alle stelle

Lo sciame sismico che sta interessando l’Emilia Romagna non si ferma più. Anche oggi, dalla mezzanotte alle 7, la terra ha tremato altre 15 volte. Le scosse, riferisce l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, sono state di intensita’ variabile tra 2.1 e 2.8, ma non sono state avvertite dalla popolazione perche’ molto in profondita’. Ieri le scosse sono state piu’ di 70.Oltre 8.000 i cittadini sfollati ospitati, la scorsa notte, nei 27 campi e nelle strutture coperte (palestre, centri civici, biblioteche) allestiti nei comuni modenesi colpiti dal sisma. E’ inoltre in corso di costruzione un nuovo campo nella zona fiera a Carpi da 500 posti che portera’ la disponibilita’ in centri di accoglienza e strutture coperte coordinata dal Centro unificato di protezione civile di Marzaglia a un totale di 10.439 posti.
 Lo rende noto la Provincia di Modena. Altre 1.388 persone sono state sistemate in diversi alberghi, prevalentemente nell’Appennino modenese.
E mentre la terra trema, La Repubblica tira fuori i numeri: secondo il quotidiano romano, l’80% delle vittime supererà il trauma mentre il 10-30%, svilupperà disturbi che dureranno a lungo. Tra questi: la perdita di memoria, il disorientamento, la paura, il senso d’impotenza, la tensione, la tachicardia e l’insonnia.
Nel frattempo la regione conta i danni alla scuola: almeno 219 gli edifici lesionati dal sisma. A queste si aggiungono 50 scuole paritarie dell’infanzia in cui si sono gia’ accertati danni e altre 52 in cui le verifiche sono ancora in corso. Complessivamente, sono circa 50 mila gli studenti coinvolti.
Un ultimo problema sono le speculazioni denunciate dalla Coldiretti: si lucra sul latte con alcuni operatori commerciali che hanno deciso l`immediata riduzione del prezzo
pagato alla stalla agli allevatori, disdicendo unilateralmente i contratti in essere con la scusa dei maggiori costi determinati dal terremoto.
Una manovra speculativa che si aggiunge alle proposte scandalose di intermediari senza scrupoli che si offrono di acquistare a pochi euro il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano proveniente dai magazzini lesionati. Il rischio concreto – conclude la Coldiretti – è l`abbandono dell`attività di allevamento e la perdita di una delle produzioni
simbolo del Made in Italy in Italia e nel mondo.
Intanto, complice il bel tempo, prosegue il lavoro di tecnici e vigili del fuoco per la messa in sicurezza delle “zone rosse” e per le verifiche di agibilità sugli edifici pubblici, privati e industriali.

Lorenzo Caroselli