"Con l'uso del biometanoriduzione delle emissioninei trasporti fino al 120%”

Maggioni, responsabile R&D di CIB “Incentivi per 2 miliardi grazie a Pnrr”

Il biometano ha un ruolo centrale per la decarbonizzazione dei trasporti. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha destinato al biocarburante una cifra importante per incentivi e investimenti. Lorenzo Maggioni, responsabile Ricerca & Sviluppo per il Consorzio Italiano Biogas (CIB) spiega a Lumsanews quali risorse e strategie saranno messe in campo per lo sviluppo del biocarburante e perché rappresenta un’alternativa sostenibile per la mobilità.

Come si sta muovendo il nostro Paese in termini di sviluppo del biometano? Il Pnrr ha stabilito degli incentivi in merito. 

“Stiamo attendendo un nuovo decreto che in questo momento è all’analisi della Commissione Ue a Bruxelles. Ci aspettiamo che il decreto venga pubblicato tra marzo e aprile e darà un impulso sostanziale al mondo del biometano. Già oggi in Italia produciamo più di 300 milioni di metri cubi e ci aspettiamo che entro fine anno la produzione raddoppi o raggiunga comunque mezzo miliardo di metri cubi: più della metà del parco veicoli a metano circolante sarebbe alimentato a biometano. L’obiettivo è raggiungere il 100% della mobilità a biometano, affinché tutto il parco mezzi a metano circolante non utilizzi più metano di origine fossile. Saremmo l’unica nazione a livello mondiale che alimenta i mezzi solamente con un biocarburante di origine rinnovabile. Grazie al Pnrr ci saranno sia incentivi alla produzione sia incentivi all’investimento nella misura massima di 1,91 miliardi di euro. Il piano europeo introdurrà un sistema di incentivazione per chi vuole convertire l’impianto esistente di biogas in biometano e per chi vuole realizzare nuovi impianti”. 

Perché si punta ancora poco sul mercato di questo biocarburante?

“Attualmente c’è un aumento inatteso dei prezzi dell’elettricità e del gas naturale. Le società di trasporto che erano intenzionate ad acquistare a biometano confidano in un’evoluzione del mercato che sia favorevole a questo tipo di investimenti. Per i trasporti leggeri, gli acquisti di auto a biometano non sono aumentati in modo sensibile, poiché le case automobilistiche non stanno investendo nel settore. Per i trasporti pesanti, abbiamo assistito a un notevole interesse negli ultimi tre-quattro anni: i grandi gruppi industriali che non hanno alternative per i mezzi pesanti, vedono nei veicoli a biometano la soluzione al loro impegno di decarbonizzazione. Mi aspetto che i numeri continueranno a crescere”. 

Il biometano è un’alternativa sostenibile all’elettrico nel settore dei trasporti?

“Il biometano è un’alternativa già oggi disponibile, che sta crescendo in termini numerici in tutto il mondo. L’auto elettrica non ha consumi di per sé ma, effettuando un’analisi well-to-wheel, ovvero considerando l’intero ciclo di vita del mezzo, si dimostra che, con i mix attuali utilizzati per produrre energia elettrica, un veicolo elettrico inquina tanto quanto i veicoli alimentati con i carburanti tradizionali e inquina di più rispetto a un veicolo alimentato a biometano. Nella peggiore delle ipotesi, la riduzione delle emissioni derivanti dal biometano, rispetto a un camion a diesel, sono dell’87-88%. Nella migliore delle ipotesi si ha una riduzione del 120%. Il biometano diventa così ‘carbon negative’ perché la CO2 viene tolta dal ciclo produttivo, con grossi benefici ambientali. Le due soluzioni possono anche andare di pari passo, puntando a una combinazione tra biometano ed elettrico, che consenta di ridurre drasticamente le emissioni e aumentare la percorrenza dei veicoli”. 

Alessio Brandimarte

Mi chiamo Alessio Brandimarte, ho 23 anni e vengo da Roma. Laureatomi in scienze politiche alla LUISS nel 2019, ho iniziato a scrivere di sport per la rivista online LifeFactoryMagazine.