HomeCronaca Maltempo in Toscana, muoiono due sorelle. Una vittima nel triestino. E per l’alluvione di Genova, Grillo attacca Renzi

Maltempo in Toscana, muoiono due sorelle. Una vittima nel triestino. E per l’alluvione di Genova, Grillo attacca Renzi

di Valerio Dardanelli15 Ottobre 2014
15 Ottobre 2014

Maremma, l'auto delle due donne morte nell'alluvione

Dopo Genova e Parma, in ginocchio dopo le alluvioni dei giorni scorsi, il maltempo colpisce anche la Toscana e il Friuli-Venezia Giulia, mietendo ancora vittime. Vicino Trieste, questa mattina, una donna è stata estratta senza vita dalle macerie di una casa franata a causa dell’alluvione che ha colpito la zona nelle ultime ore. Nella giornata di ieri, invece, un violento nubifragio ha inondato la Maremma, provocando l’esondazione del torrente Elsa. Nel giro di poche ore sono caduti al suolo 130 millimetri di pioggia: una vera e propria bomba d’acqua. Il bilancio è di due vittime: le sorelle Graziella e Marisa Carletti, 65 e 69 anni, sono rimaste intrappolate nella loro auto (nella foto), travolte dalle acque dello Sgrilla, un affluente dell’Elsa. Stavano rincasando dopo aver fatto visita all’anziana madre che vive in un casolare della Marsiliana. Il meteo ora annuncia una tregua ma i danni nel grossetano sono ingenti. Sono centinaia le abitazioni e le fattorie tuttora inagibili mentre i vigili del fuoco sono ancora alla ricerca di eventuali dispersi.

Intanto montano le polemiche per la cattiva gestione del territorio. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha accusato il Consorzio di Bonifica Toscana Sud di non aver effettuato lavori per la messa in sicurezza del fiume Albegna. «Questo è il risultato di ritardi ingiustificabili negli interventi per la sicurezza idraulica della zona», ha tuonato Rossi. E ancora: «La Regione Toscana ha fatto il suo, finanziando un piano da 100 milioni nel dicembre 2012. A luglio di quest’anno ho diffidato il Consorzio di Bonifica della Toscana Sud perché in ritardo di un anno sulla progettazione esecutiva di un argine remoto sul fiume Albegna, per una spesa di oltre 5 milioni nel comune di Manciano dove al momento ci sono allagamenti che potevano essere evitati». Immediata la replica di Giulio Detti, assessore al Bilancio del comune di Manciano, che ha preso le difese del Consorzio: «Ci sono vite spezzate e aziende in ginocchio. Il territorio è devastato e non sarebbe certo stato salvato dall’argine remoto dell’Albegna per la cui mancata realizzazione si accusa, in modo ingeneroso, il Consorzio di Bonifica». Al contrario, Detti ha accusato la Regione Toscana di non aver fatto abbastanza per avvertire la popolazione del nubifragio in arrivo: «Il Bollettino Meteo Regionale alle ore 13.03 non dava neanche pioggia sul Comune di Manciano».  

Intanto migliora il tempo su Genova ma è scontro tra Beppe Grillo e i ragazzi che hanno spalato fango per giorni, cercando di rendere nuovamente vivibile la città. Il leader del Movimento 5 Stelle ha fatto visita al Museo di Storia Naturale del capoluogo ligure intorno mezzogiorno e lungo il percorso è stato contestato con parole molto pesanti: «Vieni dopo cinque giorni per fare passerella. Pagliaccio, perché non vieni a dare una mano concreta?», gli ha urlato uno studente universitario impegnato nei soccorsi. Grillo ha commentato: «Ma vuoi che mi faccia paura spalare? I parlamentari dei Cinque Stelle sono nelle strade a lavorare come voi. Io quello che posso fare, lo faccio. Ho la coscienza tranquilla. Anche Renzi dovrebbe spalare». Nell’incontro con i giornalisti, Grillo ha lanciato una provocazione delle sue: «Se volete una mia intervista versate duemila euro su questo Iban per gli alluvionati di Genova. Quando ci sarà il versamento avrete l’intervista altrimenti non parlo». E in serata il leader dei penta stellati ha lanciato una nuova bordata contro il Presidente del Consiglio. Sul suo blog ha scritto: «Renzi sapeva di Genova: dimissioni subito. Una parte dei nostri parlamentari è rimasta a Roma per fare una mozione di sfiducia al governo Renzi: non ha mantenuto le promesse. Mente sapendo di mentire. C’era già una lettera delle imprese che avevano l’incarico di mettere in sicurezza il territorio datata 5 agosto e mandata al governo Renzi». Il segretario del Pd non ha replicato.    

Valerio Dardanelli

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