Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti (s) e il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, durante l'incontro "Caffè dei dodici" con i rappresentanti delle categorie produttive al Viminale, 9 dicembre 2018 . ANSA/CLAUDIO PERI

Manovra, la Lega si impunta"Quota 100 non si tocca"Di Maio incontra le imprese

Mercoledì vertice Conte-Juncker Corsa contro il tempo per le modifiche

La Lega fa la voce grossa. “È possibile confermare gli obiettivi della manovra sullo smantellamento della legge Fornero senza penalità e nei tempi previsti”, è la nota diffusa dal Carroccio dopo il vertice di ieri sera a Palazzo Chigi. Alla presenza del premier Giuseppe Conte, del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, di esponenti dell’esecutivo e della Ragioneria generale dello Stato, i leghisti di governo sono stati chiari: la riforma delle pensioni non si tocca.

Il partito di Salvini non vuole cambiare i finanziamenti per il triennio 2019-2021, nonostante Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria stiano cercando di limare il più possibile i conti. Soprattutto sul budget disponibile per le due misure simbolo di Lega e 5S: il reddito di cittadinanza e quota 100.

Si allontana così la possibilità di modifiche profonde: a meno di ventiquattro ore dall’incontro di Conte e Tria con la Commissione europea la partita sulla manovra entra in fase di stallo. All’interno del documento da presentare a Bruxelles dovrebbero entrare anche i provvedimenti promessi a imprese e sindacati, che chiedono lavoro e crescita. Solo ieri il premier ha prospettato ai rappresentanti dei lavoratori un piano di 20 miliardi per le infrastrutture, in linea anche con le richieste europee sull’incentivo agli investimenti.

Più complessa invece la trattativa governo-imprese: oggi ci sarà un nuovo incontro con Di Maio, dopo quello di domenica con Salvini. Sul tavolo incentivi alla produttività e alle assunzioni di giovani eccellenze, l’abbassamento del costo del lavoro, modifiche al decreto dignità, semplificazioni per l’accesso al credito, i debiti della pubblica amministrazione e l’Imu sui capannoni. “Ci auguriamo che il confronto porti risultati sulla crescita”, si auspica il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Ma per il governo è sempre più una corsa contro il tempo.

Federico Marconi

Roma, 1993. Dopo la maturità scientifica abbandona i numeri per passare alle lettere: prima di approdare alla Lumsa studia storia contemporanea a La Sapienza e giornalismo alla Fondazione Basso. Ha prodotto un web-doc per ilfattoquotidiano.it e collabora con L’Espresso