HomePolitica Manovra, marcia indietro sull’ecotassa
Salvini: “No a ipotesi di nuove imposte”

L'ecotassa fa discutere
no da imprese e sindacati
e il governo fa dietrofront

La manovra torna in Commissione Bilancio

escluso rinvio per quota cento e reddito

di Andrea Murgia06 Dicembre 2018
06 Dicembre 2018

La discussione generale sulla legge di bilancio è ripresa questa mattina alla Camera poco dopo le 8 e tornerà in Commissione alle 14 per un riesame parziale. Le polemiche si accendono soprattutto sul bonus malus per le auto in base alle emissioni di Co2, inserito con un emendamento alla manovra. Si registra una vera e propria alzata di scudi da parte di costruttori e sindacati, tanto che i due principali esponenti del governo hanno già annunciato di fatto un dietrofront.

Di Maio ha convocato un tavolo tecnico con imprese e consumatori, per migliorare gli incentivi per l’auto elettrica, ibrida e a metano e assicurato: “Non vogliamo penalizzare le famiglie, e tanto meno creare uno choc al mercato dell’auto”. La norma, ha aggiunto il capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo, verrà cambiata a Palazzo Madama.

Altrettanto netto Salvini a Radio anch’io: “Sono contrario ad ogni ipotesi di nuove tasse sull’auto che è già uno dei beni più tassati”. Sulle pensioni, invece: “Non mi risulta nessun rinvio su quota cento, sono fantasie dei giornali. Entro oggi ci saranno le stime vere sul lavoro e se in manovra avremo messo più soldi potremo spostarli su altro”.

Smentito anche uno slittamento del reddito di cittadinanza. È quanto affermano fonti di Palazzo Chigi, definendo “totalmente falso” il titolo del quotidiano La Stampa, secondo il quale il premier Giuseppe Conte spingerebbe per il rinvio a giugno della misura. Il Movimento Cinque Stelle avrebbe ribadito la necessità di farlo scattare già a marzo.

In serata è previsto invece un vertice tra Giuseppe Conte e i suoi vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, in vista dell’incontro che il premier avrà martedì con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Il ministro per i rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro ha spiegato che si tratta di un rinvio “per apportare delle correzioni meramente tecniche”, chieste dalla ragioneria dello Stato.

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