Marocchino ucciso a sprangate, il movente è passionale

Una vendetta per motivi passionali. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Amin Macour, il marocchino di 35 anni ucciso a colpi di spranga a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), nella notte tra sabato e domenica scorsa. Stando alle ultime ricostruzioni degli investigatori, l’uomo avrebbe tentato di ostacolare la relazione tra la figlia 20enne della sua convivente polacca e un uomo molto più grande di lei, un 53enne albanese di nome Arben Doga, che lo avrebbe ferito a morte per poi costituirsi, qualche ora dopo, presso i carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto.

La vicenda. Amin Macour, già noto alle forze dell’ordine, non vedeva di buon occhio la relazione tra la figliastra e l’albanese Doga, che aveva 33 anni più di lei e per vivere faceva il venditore di rottami. Negli ultimi anni i due uomini si erano scontrati più volte, con toni sempre più accesi, che erano sfociati spesso in liti violente. Poi, nella notte di sabato scorso, Doga ha trovato la sua auto incendiata e il pensiero è corso subito a Macour. Armato di spranga di ferro, Doga ha raggiunto l’abitazione del marocchino in Via Case Nuove, nel quartiere di Sant’Antonio, e appena l’uomo si è affacciato sulla porta lo ha colpito ripetutamente alla nuca e al petto, uccidendolo sul colpo. Macour è stato ritrovato in una pozza di sangue, intorno alle 4 di notte, dai carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto. Alcuni vicini hanno assistito all’omicidio e hanno chiamato l’ambulanza, ma non c’è stato nulla da fare. Il marocchino è stato trasportato all’obitorio dell’Ospedale Cutroni Zodda. È subito scattata la caccia all’uomo, ma è stata solo questione di poche ore: nel pomeriggio di domenica scorsa l’assassino ha deciso di costituirsi ai carabinieri.
Durante l’interrogatorio Doga ha dichiarato di aver agito per legittima difesa, ma per i carabinieri la pista della vendetta sembra essere ancora la più plausibile. Sembra che l’albanese fosse in procinto di fuggire con la figliastra di Macour: questi, dopo averlo scoperto, avrebbe incendiato l’auto di Doga per fermarlo, provocando così la reazione violenta dell’uomo.
Al momento gli uomini del Ris di Messina stanno proseguendo le indagini per chiarire ogni altro particolare della vicenda.

Alessandra Aurilia

Alessandra Aurilia

Nata a Roma il 29/04/1988, nel 2013 si laurea (110/110) in Scienze e Tecnologie della Comunicazione all’Università di Roma “La Sapienza”, discutendo una tesi dal titolo “Onde libere (digitali). Dalle radio private alle web radio: Evoluzione di una libertà comunicativa”. Ad una grande passione per la musica, che la porta a coltivare lo studio del canto, si unisce l’amore per la scrittura e per la radio. Giornalista praticante presso LumsaNews, aspira a specializzarsi in giornalismo radiofonico.