Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti al Parlamento in seduta comune per la cerimonia di giuramento (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Mattarella detta l'agenda:al centro la giustizia e le politiche sociali

Il Pd chiede un tavolo con i partiti Conte a colloquio con Draghi

“Grazie Sergio”. Un lenzuolo appeso stamattina fuori da un terrazzo, di fronte al Quirinale, ringrazia a nome del popolo italiano il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ieri ha giurato per il suo secondo mandato al Colle. Segno di un riconoscimento pubblico per il “sacrificio” del capo dello Stato, che va ben oltre l’aula di Montecitorio. Ieri infatti, per cinquantacinque volte, i grandi elettori hanno interrotto con applausi il messaggio d’insediamento, che è stato un vero e proprio discorso programmatico, un’agenda politica da far partire già da oggi. Niente di più lontano dalle intenzioni di chi pensa a un mandato a termine.

Mattarella è stato chiaro, quello che serve all’Italia è un Parlamento unito e partecipe, la riforma della giustizia e attenzione maggiore a giovani ed emarginati. Ora la politica non può sbagliare e stamattina dal Pd è arrivata la richiesta scritta ai Presidenti delle Camere, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, di una sessione di dibattito parlamentare sul seguito da dare al discorso di insediamento del Capo dello Stato. Secondo il segretario dem, Enrico Letta, “la politica tutta perderebbe forza” se gli impegni contenuti in quello “straordinario messaggio rimanessero lettera morta”, in forza del fatto che gli applausi a Montecitorio sono stati bipartisan. Fuori dal centrosinistra, la Lega si è detta da subito disponibile al dialogo, mentre Fratelli d’Italia, che ieri ha applaudito a intermittenza alle parole di Mattarella, non si esprime sulla proposta. “Viene da chiedersi perché – ha detto criticamente stamattina la deputata di Fdi, Ylenja Lucaselli – fino ad oggi su quei temi indicati non sia stato fatto nulla”.

Intanto non si placano le divisioni interne nel Movimento 5 Stelle, con il garante Beppe Grillo e i pontieri che stanno cercando di riavvicinare il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al leader Giuseppe Conte. L’ex premier stamattina ha incontrato il capo del governo Mario Draghi.