La presidente del Consiglio Meloni al Senato | Foto Ansa

Meloni al Senato: "Nessunattacco a Draghi e sul Pattonon escludo il veto"

Sul Superbonus è chiara: "Regalo dello Stato a truffatori e criminali"

ROMA – “Quello che dicevo ieri sulla foto, è lungi da essere un attacco a Mario Draghi, tutti sanno quel che penso della fermezza di Draghi sull’Ucraina, di quella maggioranza che tutti ricordano”. Così Giorgia Meloni è tornata a ribadire al Senato oggi, 13 dicembre, ciò che già ieri alla Camera aveva specificato dopo le sue affermazioni. “Per alcuni la politica estera è stata farsi foto con Francia e Germania quando non si portava a casa niente”, aveva detto la premier durante il suo intervento, suscitando critiche e stupore. Il suo, ha tenuto a precisare, non voleva essere un attacco all’ex premier Mario Draghi. Anzi una stoccata al Partito Democratico. 

Pnrr e politica estera

“Abbiamo una strategia – ribadisce oggi Meloni – sul Pnrr e in politica estera”. Proprio sull’argomento la presidente porta avanti la sua posizione: “Si deve trasformare l’Unione europea da gigante burocratico a gigante politico”. “Si è tifato più perché l’Italia non ottenesse la terza rata del Pnrr che per la coppa Davis – continua -. E ancora, “durante gli anni di governo del Centrosinistra il Pil crollava ma ora con noi va meglio”. C’è distanza sul Patto di stabilità ma “qualche spiraglio si vede” per la premier che spiega: “Credo si debba fare una valutazione su ciò che è meglio per l’Italia sapendo che se non si trova un accordo, noi torniamo ai precedenti parametri”.

Meloni contro il Superbonus

Pesa come un macigno il Superbonus. Un ammanco di 20 miliardi di euro l’anno, secondo la leader di Fdi, è un “grande regalo fatto dallo Stato a truffatori e organizzazioni criminali”. Attacca poi i governi precedenti: “Noi abbiamo smesso di buttare i soldi degli italiani dalla finestra con spese come quelle per superbonus e banchi a rotelle”. E su veto al Patto di stabilità dice: “Non escludo nessuna delle scelte”.

No al Mes della lega

Sul fronte Mes la premier ha mostrato alle opposizioni il fax inviato all’allora rappresentante Massari da Luigi Di Maio in cui lo autorizzava a siglarlo. E questo, ha aggiunto Meloni è successo “il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti”. Il governo Conte, ha ribadito Meloni, ha dato l’assenso alla riforma del Mes “contro il parere del Parlamento, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia, e con il favore delle tenebre”. Sul tema ha parlato anche Salvini questa mattina ribadendo: “No alla ratifica”. Per il leader della Lega, “il Mes non è uno strumento attuale, fortunatamente le banche italiane sono in salute”. E continua ribadendo che “ad oggi non mi sembra che possa essere uno strumento utile all’Italia e agli italiani”.

Dopo l’intervento al Senato, la premier sarà a Bruxelles per il vertice Ue-Balcani occidentali.

Raffaele Rossi

Laureato in Scienze della Formazione e con un Master in marketing, management e comunicazione nella musica. Ho lavorato come press officer e nel marketing digitale. Collaboratore del Corriere Roma. Dal 2017 Managing director del sito musicale End of a Century: mi occupo di interviste, recensioni e news.