epa08757091 The Euro-Skulptur by Ottmar Horl stands in front of the old European Central Bank (ECB) building in Frankfurt Main, Germany, 19 October 2020. EPA/RONALD WITTEK RONALD WITTEK / STF/

Mes, approvata la riformaora via libera alla ratificadei parlamenti nazionali

Incognita su Camera e Senato in Italia osservati speciali gli ortodossi M5s

Oggi, dopo un anno di ritardi dovuti a trattative e pandemia, si va avanti con la riforma del Meccanismo europeo di Stabilità. In giornata i rappresentanti permanenti degli Stati Ue firmeranno il nuovo trattato sul Mes, dando così il via libera al processo di ratifica dei parlamenti nazionali.

Ogni Stato prevede le proprie modalità in merito alle votazioni sui trattamenti internazionali e in Italia il processo rischia di essere rimesso in discussione per la crisi di governo in atto. L’attenzione è tutta sul Movimento 5 Stelle che con i suoi ‘no’ ha bloccato per un anno l’avvio della riforma. A dicembre i grillini avevano dato il via libera al trattato, chiedendo tuttavia a Conte di applicare una “logica di pacchetto”, negoziando anche una riforma del Patto di stabilità e la creazione di un sistema europeo di assicurazione dei depositi bancari.

Ora, però, potrebbero emergere contrasti con l’ala ortodossa, che a dicembre auspicava che quantomeno l’ala governista contrattasse con gli alleati di centro-sinistra una non applicazione del Mes sanitario, i famosi 37 miliardi che Italia Viva e Pd chiedono di prendere in prestito per ospedali e medici. Una nuova eventuale opposizione di una parte del Movimento potrebbe essere decisiva, vista la contrarietà alla riforma da parte di tutto il centrodestra (compresa Forza Italia, che pure approva il Mes sanitario). Il pericolo è ostacolare la vera novità introdotta dal trattato: l’attivazione del cosiddetto «backstop», la linea di credito per il fondo salva-banche, che dovrebbe entrare in vigore dal 2022, con lo scopo di liquidare o anche ristrutturare le banche in difficoltà.

Il nuovo Mes, inoltre, semplifica le linee di credito precauzionali, cioè gli aiuti che un paese dell’Eurozona può chiedere in caso di shock economico. Verrebbe dunque eliminato il “controllo” della Troika – la terzina di creditori ufficiali che negoziano con i Paesi, formata dalla Banca centrale europea, la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale. Allo stesso tempo sarebbero tuttavia introdotte condizionalità più stringenti in determinati casi.

L’iter di ratifica, poi, potrebbe essere un problema non solo in Italia, dato che nel corso del 2021 si voterà nei Paesi Bassi, a Cipro e in Germania, dove cambieranno le composizioni dei parlamenti.