HomeCronaca Processo Open Arms, Salvini: “Nessun episodio luttuoso. Difesa sicurezza nazionale”

Processo Open Arms, Salvini
"Nessun episodio luttuoso
Difesa sicurezza nazionale"

L'ex ministro dell'Interno imputato

per aver impedito lo sbarco nel 2019

di Silvia Longo12 Gennaio 2024
12 Gennaio 2024
Matteo Salvini su Twitter si sfoga per il tetto al contante - ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

PALERMO – “Ho l’orgoglio di dire che quando fui ministro dell’Interno non ci fu alcun episodio luttuoso riferito a migranti, a differenza di quanto avvenuto dopo. La politica del governo era di contrasto al traffico degli esseri umani e di coinvolgimento dell’Europa. Io tutelavo la sicurezza nazionale”. Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha commentato la ripresa del processo Open Arms nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo questa mattina, 12 gennaio, prima di essere ascoltato come testimone. Il processo lo vede imputato per sequestro di persone e abuso di atti d’ufficio per aver trattenuto, nell’agosto del 2019, quando era ministro dell’Interno, 147 migranti, tra cui diversi minori, impedendo loro lo sbarco e bloccandoli per 19 giorni a bordo della nave della Ong spagnola Open Arms a largo di Lampedusa.

“Quando ero ministro dell’interno gli sbarchi si sono ridotti del 90%. Meno partenze significa meno morti meno drammi e meno soldi per i trafficanti” ha rivendicato con forza il leader della Lega. Allora l’attuale vicepremier e ministro delle Infrastrutture era alla guida del Viminale con il primo governo Conte. Quando, nell’agosto del 2019, la nave dell’Ong Spagnola Open Arms chiese di sbarcare in Italia con a bordo 147 migranti, Salvini negò lo sbarco applicando il decreto di sicurezza bis, da lui stesso emanato.

Così i legali di Open Arms, presentarono ricorso presso il tribunale per i minori di Palermo chiedendo lo sbarco delle persone e presentarono denuncia per verificare che il blocco non configurasse reato. In seguito venne presentato alla procura di Agrigento un esposto per omissione di atti d’ufficio e altri reati tra cui l’abuso d’ufficio. Da allora Salvini ha opposto una strenua resistenza alle accuse. Resistenza mostrata anche questa mattina.

“Questo supposto sequestro – ha proseguito il leader della Lega nelle sue dichiarazioni prima dell’interrogatorio – era una modalità operativa adottata dal governo di lavorare sempre garantendo la sicurezza della vita umana ma per ottenere il coinvolgimento dei paesi europei nella ricostruzione”.

Salvini rischia quindici anni di carcere. Dalla successiva udienza, prevista per il 16 febbraio, inizierà il riesame dei testi indicati dalla sua difesa.

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