Migranti, scontri e arresti in Ungheria. Zagabria dà il via libera al passaggio

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Resta altissima la tensione alla frontiera fra Serbia e Ungheria, bloccata dal muro voluto dal governo del premier magiaro Viktor Orbán. Ieri, al posto di confine di Horgos, i migranti esasperati hanno cercato di sfondare la barriera di filo spinato, lanciando pietre contro i poliziotti ungheresi in tenuta antisommossa. Venti i feriti tra gli agenti, trecento fra i profughi, colpiti sia da armi da taglio, sia da fumogeni. Trecentosedici, invece, gli arresti, mentre arriva anche la prima condanna per ingresso illegale in Ungheria, da quando, il 15 settembre, sono entrate in vigore le norme restrittive sull’immigrazione (si rischiano fino a tre anni di carcere, prima potevano finire in galera solo i trafficanti di esseri umani). In pochissimi chiedono asilo: 70 appena, negli ultimi giorni, e in più della metà dei casi la domanda è stata respinta. Quasi nessuno, del resto, vuole restare in un Paese che certo non si sta dimostrando accogliente nei confronti delle migliaia di disperati che nelle ultime settimane si sono riversate al suo interno. L’Ungheria è per loro solo un’area di passaggio, per cercare di raggiungere la Germania e gli altri Paesi del nord Europa.

L’apertura di Zagabria. Respinti dall’Ungheria, in migliaia tentano di sfruttare il corridoio offerto dalla Croazia, il cui primo ministro Zoran Milanovic ha affermato di voler lasciare libero il passaggio per chi proviene dalla Serbia. In 4mila, nelle ultime ore, hanno raggiunto la Croazia a bordo di autobus e taxi. Il loro percorso, tuttavia, rischia di essere un vero e proprio campo minato: i territori che i migranti potrebbero attraversare sono ancora infestati da oltre 50mila ordigni risalenti alla guerra nei Balcani, lancia l’allarme Zagabria, che annuncia di aver già inviato una squadra di sminatori al confine con la Serbia. Dalla Grecia, intanto, sono passati in Macedonia 5mila profughi.

Bruxelles non trova l’accordo. Dopo il mezzo insuccesso del vertice di lunedì sulla ripartizione in Europa di 120mila migranti – che ha avuto come unico risultato il via libera a 26mila ricollocamenti dall’Italia e a 14mila dalla Grecia – la decisione finale è stata rimandata al Consiglio dei ministri degli Esteri che si riunirà a Lussemburgo il prossimo 8 ottobre. Certo, sarebbe sempre possibile ricorrere allo strumento della maggioranza qualificata, ma l’Europa vorrebbe evitare di dare un segnale di scarsa compattezza di fronte alla questione dei migranti. La Commissione, tuttavia, non è disposta a cedere: “Gli articoli sui mediache ipotizzano che la Commissione europea rinuncia all’obbligatorietà di ricollocare i rifugiati – precisa la portavoce Mina Andreeva – sono falsi. Difenderemo la nostra proposta”.

Anna Bigano

Anna Bigano

Nata il 10 luglio 1988, è l'unica veneta della redazione di Lumsa News. Dopo qualche vagabondaggio in giro per l'Europa, fra Freiburg e Oxford, e la laurea specialistica in Scienze dell’Antichità all’Università Cattolica di Milano, ha lavorato per alcuni mesi in un'agenzia di pubbliche relazioni. Da sempre affascinata dalla parola scritta, collabora con la redazione "Cultura e spettacoli " del quotidiano veronese L’Arena e con il mensile Primo Giornale, su cui scrive invece di cronaca e politica locale.