Missouri fa causa alla Cinaper i danni del Covid-19"Ma non c'è giurisdizione"

Intervista all'avvocato de Stefano "L'immunità può venire meno"

Il Missouri è il primo stato americano che ha fatto causa alla Cina per i danni del Coronavirus. “Il governo cinese si è impegnato in false dichiarazioni, occultamento e ritorsioni per nascondere la gravità e la gravità dell’epidemia di Covid-19 al resto del mondo”, spiega il documento. In particolare, secondo lo stato nord americano c’è stata la negazione della trasmissione del virus da uomo a uomo, l’arresto degli informatori anonimi come medici e giornalisti, il fallimento nel contenere il virus e persino l’accumulazione dei dispositivi di protezione individuale, causando così una pandemia globale che non era necessaria ed era prevenibile. La denuncia è partita dal procuratore generale del Missouri Eric Schmitt, repubblicano così come il suo governatore.

In merito al tema, Lumsanews ha intervistato l’avvocato Carlo de Stefano del prestigioso studio milanese BonelliErede e docente di diritto internazionale, soprattutto per capire se ci sono i presupposti legali per intentare una causa del genere: “Ci sono, non occorre ricorrere a un tribunale internazionale”.

Il primo passo per il giudice federale è “verificare se è munito di giurisdizione”, cioè se può decidere la causa. “Le corti degli Stati Uniti applicano il Foreign Sovereign immunities act, del 1976, che prevede il principio dell’immunità degli stati stranieri dalla giurisdizione delle corti americane”. I paesi non possono essere sottoposti a giudizio da parte dei giudici Usa. Però “questa immunità può venire meno a determinate condizioni o eccezioni: ad esempio, danni derivanti da inadempimento contrattuale o illecito extra-contrattuale da parte della Cina che colpiscano attività commerciali negli Stati Uniti”. Non è un caso, infatti, che Shmitt abbia dichiarato che prima della pandemia, il Missouri aveva uno dei tassi di disoccupazione più bassi dell’ultimo decennio, e invece “ora è il più alto dalla Grande Depressione”. L’entità del risarcimento non è specificata ma c’è una richiesta di indennizzo “per l’enorme perdita di vite umane, la sofferenza umana e danni economici”.

Affinché, in base alla legge sull’immunità, la giurisdizione Usa si applichi, continua l’avvocato, “i ricorrenti devono dimostrare che c’è un eccezione, come un illecito contrattuale o extra-contrattuale, ma sarà molto difficile dimostrare che sia l’evento dannoso che il danno in sé si siano verificati entrambi negli Stati Uniti.” Infatti gli eventi contestati nel testo della causa hanno avuto luogo in Cina, “da parte del governo, degli enti del Partito comunista e delle istituzioni territoriali”. E qui gli Usa non possono intervenire.

La previsione dell’avvocato è che “tutto si arenerà e la corte federale riconoscerà che non è munita di giurisdizione”. Intanto però “queste azioni, così come la class action partita dalla Florida contro la Cina, hanno un effetto politico” in un periodo di agguerrita campagna elettorale. Sia il Missouri che la Florida sono governati da appartenenti al partito repubblicano di Trump, che ha sempre usato termini come “il virus cinese”.

Laura Bonaiuti

Laura Bonaiuti è nata a Fiesole (Fi) nel 1992. La sua passione è il giornalismo in qualsiasi sua forma. Vuole raccontare storie su carta, online, in televisione, su youtube e potenzialmente dappertutto. Ha scritto, tra gli altri, per La Repubblica (cartaceo e online) e ha collaborato con il programma televisivo Matrix su Canale 5 a Roma, dove si è trasferita da agosto 2017. Fa parte della redazione del mensile cartaceo “The New’s Room”. Adesso è giornalista praticante presso LUMSA Master School dove studia nel biennio 2018-2020. Nel maggio 2015 ha pubblicato il romanzo “Se nessuno sa dove sei” con Edizioni Piemme e "Non c'è posto per me" nel gennaio 2020 con Giunti.