epa06401236 European Commissioner for Economic and Financial Affairs, Taxation and Customs, Pierre Moscovici gestures while speaking at a news conference on the occasion of his visit to Portugal, in Lisbon, Portugal, 21 December 2017. Pierre Moscovici earlier had a meeting with Portugal's Finance Minister Mario Centeno to discuss the Eurogroup's priorities. EPA/MARIO CRUZ

Moscovici lancia l'allarme"In Italia rischio politicoper l'Unione Europea"

Il commissario bacchetta Di Maio Confortanti i dati sulla crescita

Un rischio politico per l’Unione Europea, ma anche un «gatto che cade sempre in piedi» sul piano economico. È questa la visione dell’Italia da parte del commissario agli Affari economici dell’Ue Pierre Moscovici, intervenuto oggi in conferenza stampa a Parigi. «L’Italia si prepara ad elezioni il cui esito è quanto mai indeciso. Quale maggioranza uscirà dal voto?» ha dichiarato Moscovici che si è interrogato inoltre su quale sarà il programma del nostro paese a livello europeo, «in un contesto in cui la situazione economica dell’Italia non è certamente la migliore».

Lo sguardo europeo sul voto– Moscovici ha aggiunto di guardare «da molto vicino» all’esito delle elezioni del 4 marzo. «Oggi è difficile immaginare quale coalizione uscirà dal voto, con quali ambizioni europee, anche se con l’approssimarsi del voto tutti i partiti rivedono il loro posizionamento rispetto all’euro», ha aggiunto. Parlando poi del contesto economico europeo, Moscovici è sembrato fiducioso. «Credo di poter dire che siamo usciti dall’era delle grandi crisi europee», anche perché «l’Europa ha ripreso colore e può contare su una crescita solida e duratura» che supera il 2%, più degli Stati Uniti.

Fiducia– Parole dolci anche sul futuro economico dell’Italia. «Cito sempre Galileo: ‘Eppur si muove…”. Possiamo avere fiducia nella ripresa», ha affermato sottolineando come sono state condotte diverse riforme, ma molto lavoro resta ancora da fare. A Moscovici piace soprattutto il tessuto di piccole e medie imprese che esportano all’estero e che «alcuni potrebbero pure invidiare». Tutto però passerà inevitabilmente dalle elezioni, tanto che, a chi gli gli chiede un parere sulla proposta di Luigi Di Maio di sfondare il tetto del 3% sul rapporto deficit-pil, il commissario è categorico: «Un controsenso assoluto» perché «ridurre il deficit significa combattere il debito e combattere il debito significa rilanciare la crescita».

Fabio Simonelli

Nato a Varese il 5/10/1993, ha frequentato il liceo classico ed è laureato in lettere moderne all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Parla correttamente quattro lingue, e nel 2016 ha completato la sua formazione con un’esperienza all’estero alla UBA (Universidad de Buenos Aires).