Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (s) e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri sul decreto legge "Milleproroghe" presso la sala stampa di Palazzo Chigi. Roma, 24 luglio 2018. ANSA/CLAUDIO PERI

Le modifiche della manovraapprovate da Bruxellesper evitare l'infrazione

Il deficit rimane al 2,04%. Accantonati reddito di cittadinanza e Quota 100

L’accordo tra il governo e l’Unione europea c’è. Secondo alcune indiscrezioni provenienti da Palazzo Chigi e confermate anche dal Corriere della Sera, il negoziato tra il premier Giuseppe Conte e Bruxelles si è concluso ieri sera dopo una serie di aggiustamenti operati dal Ministero dell’Economia alle principali voci di spesa, scongiurando così la procedura di infrazione.

Il deficit. La Manovra di Bilancio resterà sostanzialmente invariata, con il deficit pubblico programmato per il prossimo anno al 2,04%, nonostante il tasso di crescita previsto sia stato sensibilmente abbassato, dall’1,5% del progetto iniziale all’1%. In questo modo i conti pubblici tornano e si ottiene quella riduzione del deficit strutturale tanto voluta da Bruxelles.

Piani di privatizzazione. Rafforzati i piani di privatizzazione per il 2019. Nell’aggiornamento del Def l’obiettivo di incasso per le dismissioni del prossimo anno era già stato portato a 18 miliardi di euro. Adesso sarebbe stato ulteriormente ritoccato verso l’alto, avvicinandosi a 20 miliardi di euro. Difficile da raggiungere, ma è un’operazione necessaria per la discesa del debito pubblico.

Reddito di cittadinanza e Quota 100. Sarebbero state apportate revisioni anche al reddito di cittadinanza e al superamento della legge Fornero sulle pensioni. Per queste due misure, almeno nel 2019, si dovrebbe spendere meno del previsto, anche perché occorrono dei tempi tecnici per metterle in atto. Non verranno attuate prima di aprile e non è escluso che la platea dei possibili beneficiari del reddito venga ridotta.

Agevolazioni fiscali. È anche prevista la rimodulazione di una serie di agevolazioni fiscali. Le “tax expenditures”, cioè sconti e bonus fiscali, comprese le detrazioni e le deduzioni per le persone fisiche e le imprese, valgono circa 60 miliardi di euro l’anno, ma finora nessun governo è riuscito a metterci le mani. L’ultima idea è stata quella di avviare da subito, e rafforzare, la tassa sulle transazioni elettroniche. La “web tax” dovrebbe scattare dal primo gennaio del 2019, con un gettito superiore ai 200 milioni.

Federica Pozzi

Federica Pozzi, nata a Roma il 12 febbraio 1994. Diplomata al liceo classico e laureata all’Università degli studi di Roma “La Sapienza” in Lettere moderne (laurea triennale) e in Editoria e scrittura (laurea specialistica). Appassionata di giornalismo, soprattutto di politica interna, esteri e calcio.