Nuova indagine BankitaliaCrescono disuguaglianzeAllarme rischio povertà

Il sud Italia fanalino di coda Il 5% detiene patrimonio di 1,3 milioni

Crescono le disuguaglianze economiche. A rivelarlo è la nuova indagine di Bankitalia sui bilanci delle famiglie italiane, sviluppata intorno ai dati dell’indice Gini del reddito equivalente. La “misura sintetica” di disuguaglianza che varia tra 0 e 1, è salito al 33,5 per cento (33 per cento nel 2014 e 32 nel 2006), un livello simile a quello della seconda metà degli anni novanta dello scorso secolo. Nel mezzogiorno la situazione non è peggiorata negli ultimi anni, ma resta comunque critica rispetto al resto della Penisola. Nel 2016 era infatti a rischio povertà il 39,4 per cento degli individui con capofamiglia residente al Sud (39,5 per cento nel 2006).

Un dato importante, che riguarda l’Italia nella sua interezza, è il rischio povertà accentuato tra le famiglie con padre o madre sotto i 35 anni. Per questa fascia di età, infatti, si passa dal 22,6 per cento del 2006 al 29,7 per cento nel 2016, mentre per quelli tra i 35 e i 45 anni dal 18,9 per cento al 30,3.

Un dato macro che emerge dalla ricerca effettuata da Bankitalia è che la distribuzione della ricchezza è assai diseguale. Nel 2016 il 5 per cento delle personalità più ricche deteneva il 30 per cento della ricchezza complessiva. In più, il 30 per cento più abbiente ha circa il 75 per cento del patrimonio netto rilevato nel complesso, con una ricchezza netta media di 510.000 euro. Oltre il 40 per cento di questa quota è detenuta dal 5 per cento più ricco, che ha un patrimonio netto in media pari a 1,3 milioni di euro. Al 30 per cento delle famiglie più povere spetta invece l’1 per cento della ricchezza.

Giulia Torlone

Aquilana di nascita, si è laureata in Italianistica e vive a Firenze. Ha lavorato nel settore della cooperazione internazionale occupandosi di ufficio stampa. Redattrice su temi di diritto alla cittadinanza e giustizia sociale, ha concentrato il suo lavoro sui Paesi del bacino del Mediterraneo.