La premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi / Foto Ansa

Il pacchetto sicurezzaapprovato dal governoLa soddisfazione di Meloni

Nuovi reati e sanzioni più severe Più tutele per le forze dell'ordine

ROMA – Via libera del Consiglio dei ministri al nuovo pacchetto sicurezza. I tre disegni di legge approvati ieri, 16 novembre, dovranno ora passare al vaglio del Parlamento. La premier Giorgia Meloni si è detta “orgogliosa” delle misure approvate, ma le opposizioni attaccano: “L’unico istinto che hanno è quello securitario, quello di aumentare pene e spaventare il Paese”, ha detto Francesco Boccia, capogruppo del PD al Senato.

Arma privata per le forze dell’ordine e misure anti-borseggiatrici

Tante le novità. Gli agenti di pubblica sicurezza, che già posseggono un’arma di servizio, potranno detenerne una privata senza licenza. Inoltre, sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro per i rinnovi contrattuali del personale in divisa.

Previste poi misure ad hoc contro le borseggiatrici in stato di gravidanza. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha spiegato che viene resa facoltativa – e non più obbligatoria – la sospensione dell’esecuzione della pena per le donne incinte. L’obiettivo del governo è evitare che la maternità venga usata per sfuggire alle pene. Il questore, inoltre, potrà disporre il divieto di accesso in metro, stazioni ferroviarie e porti per chi è stato denunciato o condannato per furto o rapina.  Il reato per chi detiene materiale finalizzato a preparare atti di terrorismo, inoltre, è punito con la reclusione da 2 a 6 anni.

Nuovo reato contro le rivolte in carcere e pene più severe per chi truffa gli anziani

Introdotto il reato per il blocco stradale, che vede la pena passare da sei mesi a due anni di carcere. Un giro di vite anche sulle truffe commesse ai danni degli anziani e contro gli occupanti abusivi di case, che potrebbero essere puniti con reclusione da due a sette anni. Previsto, infine, un nuovo reato con pena fino a sei anni di reclusione per chi organizza o partecipa a rivolte in carcere o nei Cpr per migranti.

 

Martina Vivani

Nata a Roma nel '96, sono laureata in Lettere Moderne ed Editoria e scrittura. Guidata da un forte interesse per il mondo della comunicazione, sogno di poter diventare giornalista professionista.