HomeEconomia Oggi si decide sul deficit, Tria assediato
Di Maio: “Ci sono differenze di vedute”

Oggi si decide sul deficit
Tria è sotto assedio
Di Maio: "Idee differenti"

La Lega: "Se non è più nel progetto

cambieremo ministro dell'economia"

di Nancy Calarco27 Settembre 2018
27 Settembre 2018

Resta alta la tensione nel governo in attesa della nota di aggiornamento al Def prevista per oggi. L’intesa sulla manovra ancora non c’è, tanto che nelle ultime ore è circolata la notizia di uno slittamento del consiglio dei ministri chiamato ad approvare il documento.

Sulle voci di un possibile rinvio del vertice il vicepremier Luigi Di Maio però nega: “Non ci sono notizie a riguardo”, e smentisce anche di aver chiesto le dimissioni del ministro Tria: “Ci sono delle differenze di vedute che dobbiamo superare”. Il leader dei Cinque Stelle da Bruxelles aggiunge: “Quello che non vogliamo fare è scrivere nel Def cose non vere, a differenza del passato quando si dava un obiettivo e poi alla fine il deficit era più alto”.

Ma di tutt’altra opinione è Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ospite ad Agorà su Rai Tre: “Se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro ministro dell’Economia”. La Lega finora ha tenuto un atteggiamento più defilato sui numeri, ma nella sostanza appoggia la linea grillina sullo sforamento del deficit.

“Assolutamente sì”, risponde il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini ai giornalisti che – a margine della sua visita a Tunisi – gli chiedevano se valesse la pena superare il 2% del rapporto deficit/pil nella manovra. “Il diritto al lavoro e alla felicità di milioni di italiani – ha aggiunto – valgono qualche numerino. Se Tria non è più nel progetto lo cambiamo”.

Le pressioni sul ministro dell’Economia non si arrestano. “Non credo che il ministro Tria voglia venire meno al suo impegno e al suo lavoro in questo governo – dichiara il sottosegretario alle infrastrutture Armano Siri al Gr1 –. Io penso che alla fine prevarrà il buonsenso, e prevarrà l’interesse generale degli elettori. Abbiamo bisogno di un cambio di passo altrimenti non saremo il governo del cambiamento”, ha aggiunto.

Da New York il premier Giuseppe Conte, nel ruolo di mediatore, ha seguito gli sviluppi della trattativa e si è limitato a dire che se si andrà o meno oltre il 2% “lo saprete dopo il Consiglio dei ministri”.

Tuttavia da fonti pentastellate si apprende che sul superamento della Fornero ci sarebbe una forte resistenza da parte del titolare del Mef Giovanni Tria. Ma, per il M5S, nella manovra va inserita anche questa misura, punto chiave del programma e del contratto di governo. Lo stesso Di Maio più tardi ha detto ai cronisti che ci sarà un nuovo vertice di governo sulla manovra: “C’è tanto lavoro da fare”.

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