Ospedali d’Italia, ecco la classifica: al centro-nord le eccellenze, maglia nera alla Campania

san raffaeleE’ancora un’Italia spaccata in due, con il centro-nord che eccelle e un sud che arranca tra strutture fatiscenti e personale inadeguato. E la capitale non se la passa bene: se tra i primi della classe non compare nessun ospedale romano, il San Filippo Neri si aggiudica invece un quarto posto, ma tra i peggiori. La classifica degli ospedali del Paese, secondo le valutazioni dell’Agenzia sanitaria delle Regioni relative al 2012, disegna una mappa ben precisa: in testa la Toscana, con il 23,32% di ospedali con qualità assistenziale sopra la media, seguita dalla Valle d’Aosta (22.22%) e dalla Provincia autonoma di Bolzano (22,02%); fanalini di coda, Campania, Abruzzo e Puglia, dove i dati sono letteralmente ribaltati, con percentuali intorno al 20% di strutture qualitativamente inferiori alla media.

Ospedali lombardi al top, nonostante gli scandali. Se andiamo a scorrere i voti istituto per istituto, il San Raffaele di Milano si piazza al primo posto in assoluto, nonostante i debiti e i recenti scandali giudiziari. Ed è ancora la sanità lombarda ad occupare i vertici, con gli Spedali Civici di Brescia, quelli della discussa cura stamina, secondi in graduatoria e l’Ospedale Manzoni di Lecco al quarto posto. Maglia nera per il Federico II di Napoli, con un organico in passivo di circa 800 unità, una marea di medici precari e un tasso di mortalità dei pazienti allarmante.

C’è cura e cura. I 1440 ospedali pubblici e convenzionati italiani passati in rassegna dall’Agenas, sono stati giudicati in base ad una quarantina di parametri che vanno dalla mortalità a seguito di interventi, al tasso di cesarei effettuati e al numero di operazioni laparoscopiche: in pratica, una vera e propria radiografia dell’efficienza delle cure prestate. In generale, l’istantanea della nostra situazione sanitaria ritrae un Paese spaccato in due gruppi: quello dei virtuosi, seppur tra alti e bassi, che comprende Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte e quello dei bocciati, dove la media delle prestazioni presenta gravi deficit e che comprende Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo e Molise.

Giulia Di Stefano