Nel bilancio sociale dell’Inps, dove sono illustrati anche i dati sulle pensioni di invalidità, si leggono numeri che non sorprendono, ma che probabilmente accenderanno diverse polemiche anche sul fronte politico.
Secondo il rendiconto dell’Istituto, presentato oggi presso Palazzo Giustiniani del Senato, le pensioni di invalidità al Sud, rispetto al numero di abitanti, sono quasi il triplo di quelle erogate al Nord. Il rapporto di tale prestazione con la popolazione residente è, per ogni 100 abitanti, del 2,4 al Nord, del 3,2 nel Centro e del 6,7 nel Sud e nelle Isole.
Lo scorso anno, come svela il rapporto dell’Inps, le pensioni di invalidità erano 932.289, registrando un calo del 3,3% rispetto al 2016, per un valore pari a 32.021 unità.
Leggendo il rapporto dell’Istituto, l’elemento che maggiormente sorprende è l’erogazione della pensione di anzianità alle donne.
Tra il 2012 e il 2017 si è registrata una crescita sostenuta per le pensioni di anzianità rispetto a quelle di vecchiaia, e sono state liquidate 1.076.675 pensioni anticipate: nel dettaglio, 417.314 liquidate alle donne e 659.361 agli uomini, con un rapporto donne e uomini passato dallo 0,41 iniziale a 0,57 alla fine del periodo.
Tale crescita è da attribuire anche all’aumento rapido dell’età di vecchiaia per le donne, da quando è scattata a gennaio 2018 l’unificazione dell’età pensionabile relativa alle pensioni di vecchiaia di uomini e donne.
Mentre l’Istituto gestito da Tito Boeri spiega come nel complesso il bacino dei pensionati contribuisca alle casse erariali, versando 55 miliardi di Irpef, il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, in un’intervista rilasciata ieri al Messaggero, esclude l’uso dell’Isee per le invalidità.
